Stefano Stefanini

Stefano Stefanini

Stefano Stefanini

NewTuscia – L’Agenzia Ansa ha diramato oggi, “Giornata Mondiale dell’Acqua”  dei dati eloquenti. Circa 600 milioni di bambini nel mondo, uno su quattro, entro il 2040 vivranno in aree con risorse idriche estremamente limitate. A lanciare l’allarme, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, è l’Unicef, che sottolinea la minaccia alla vita e al benessere dei più piccoli rappresentata dall’esaurimento delle fonti d’acqua potabile, e il modo in cui il cambiamento climatico intensificherà questa minaccia.

Secondo le risultanze del rapporto “Thirsting for a Future: Water and children in a changing climate”, al momento 36 nazioni stanno affrontando un livello elevato di stress idrico, che si verifica quando la domanda d’acqua supera di gran lunga la disponibilità.

Temperature più alte, l’innalzamento del livello del mare, l’incremento di inondazioni, siccità e scioglimento dei ghiacci influenzano la qualità e la disponibilità d’acqua, si legge, così come i sistemi igienico-sanitari. Nel corso del Convegno formativo dell’Unione Cattolica Stampa Italiana  Lazio svoltosi a fine ottobre 2016 presso ’Università della Tuscia su “Acqua ed Inquinamento dell’Informazione”  fu messa in risalto   l’esigenza di lettori  e  operatori della comunicazione di  un corretto modo di considerare  il “problema vitale” dell’approvvigionamento idrico e dell’utilizzazione della risorsa idrica nel contesto di una richiesta crescente a fronte di una disponibilità decrescente.

Altra finalità dell’incontro fu la sollecitazione di un’opportuna sinergia tra operatori della comunicazione, quelli delle scienze della terra  e amministratori pubblici a vari livelli,  allo scopo di migliorare l’informazione per la popolazione.

I professionisti dell’Informazione, Ingegneri e Legali, oltre agli amministratori locali e  pubblica amministrazione, esperti nella Depurazione, Geologi e Idrologi hanno  mostrato e condiviso una visione innovativa dell’Uso e del Riciclo della risorsa “Acqua.”  In tal senso fu richiamata la “Carta di Olbia” elaborata dai colleghi  dell’UCSI nel 2015 in materia di Informazione e Tutela Ambientale.

Nelle conclusioni del convegno “Informazione e tutela dell’ambiente”,  i giornalisti dell’Unione Cattolica Stampa Italiana a Olbia   hanno approvato una dichiarazione destinata a trasformarsi in una Carta deontologica sulle tematiche della tutela ambientale e l’informazione.    Il convegno dell’Unione Cattolica Stampa Italiana  “Informazione e tutela dell’ambiente” di Olbia si era concluso con una dichiarazione sull’impegno di vigilanza dei giornalisti sulle politiche di tutela ambientale e sul contrasto dei danni ambientali, che prende il nome di “Carta deontologica di Olbia”.

Anche in relazione alle tematiche  dell’approvvigionamento idrico e dell’utilizzazione della risorsa idrica nel contesto di una richiesta crescente a fronte di una disponibilita’ decrescente è  opportuno richiamare  le indicazioni  del  documento di Olbia  quando prende atto che “nella odierna realtà dei sistemi di comunicazione, caratterizzata da rumore dispersivo e da mezzi personali di connessione che spingono all’individualismo, la professione giornalistica conserva un ruolo insostituibile a favore della coesione sociale, della legittimazione della politica in contrasto con la regressione populista, della possibilità concreta di reinventare le ragioni di fondo della pace e del vivere civile, anche di fronte a fenomeni epocali come il riscaldamento globale e le migrazioni. Appare evidente che pace, giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto connesse, e che la questione ambientale presenta un punto di rottura.

I singoli cittadini  devono pertanto maturare la consapevolezza che ogni azione di “rilevanza ambientale” avrà conseguenze sul futuro dei nostri figli e del pianeta.  

Noi siamo convinti  che gli operatori dell’informazione  debbano svolgere un ruolo importante nel sollecitare la società a affrontare questi problemi, e che così facendo i giornalisti stessi possano trovare risposte a quella carenza di credibilità della categoria che è forse la causa principale della crisi professionale.

Il diritto alla terra e alla sua salvaguardia sono beni indisponibili. La corruzione e l’egoismo individualistico ne ostacolano il rispetto. Il controllo  democratico dei cittadini sul potere politico si esercita anche attraverso l’informazione corretta e puntuale della stampa sulla tutela ed i rischi che corre l’ambiente .   “Gli amministratori pubblici, gli imprenditori, chiunque abbia poteri rilevanti è chiamato a operare in modo trasparente e responsabile”.

Per realizzare politiche condivise, occorre che tutti siano adeguatamente informati nella prospettiva del bene comune, e l’acqua costituisce uno dei “beni comuni” inviolabili, da salvaguardare negli anni futuri.