Stefano Stefanini
NewTuscia – ROMA – L’orgoglio umano, sfruttando il creato, lo distrugge. La cura e la custodia dell’ambiente, che non va sfruttato come se fosse una proprietà privata, è al centro della catechesi di oggi mercoledi 22 febbraio di papa Francesco, che ha proseguito il ciclo incentrato sulla speranza cristiana. Il Pontefice ha ripreso le parole dell’Apostolo Paolo per ricordare che «la creazione è un dono meraviglioso che Dio ha posto nelle nostre mani, perché possiamo entrare in relazione con Lui e possiamo riconoscervi l’impronta del suo disegno d’amore»
«Quando rompe la comunione con Dio – ha aggiunto papa Francesco -, l’uomo perde la propria bellezza originaria e finisce per sfigurare attorno a sé ogni cosa; e dove tutto prima rimandava al Padre Creatore e al suo amore infinito, adesso porta il segno triste e desolato dell’orgoglio e della voracità umani. L’orgoglio umano sfruttando il creato distrugge!»
«Nella speranza sappiamo che il Signore vuole risanare definitivamente con la sua misericordia i cuori feriti e umiliati e tutto ciò che l’uomo ha deturpato nella sua empietà – ha affermato Francesco – e che in questo modo egli rigenera un mondo nuovo e una umanità nuova, finalmente riconciliati nel suo amore».
A circa due anni dalla pubblicazione dell’Enciclica sono emerse maggiori attenzioni nei singoli territori e nella dimensione internazionale verso i problemi della Terra ? La inarrestabile scomparsa di zone vergini, la popolazione che ha superato i sette miliardi, l’inquinamento, i rifiuti, le politiche energetiche. L’enciclica ha auspicato una vera e propria rivoluzione e conversione etica e economica per prevenire il cambiamento climatico e fermare le disuguaglianze. Il documento fu pubblicato qualche mese prima dell’ Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York tenutasi il 23 settembre 2015 e della Conferenza Internazionale sui Cambiamenti climatici tenutasi a Parigi nel novembre scorso. Due appuntamenti planetari di svolta, ove i paesi partecipanti hanno potuto finalizzare i loro impegni per una nuova equità sociale e per la tutela dell’ambiente, inteso come casa comune dell’Umanità.
Una nuova cultura e azioni di operosa custodia e di interventi di concreta valorizzazione.
La nostra Terra – a partire dalle nostre città, dalle nostre campagne, dalle nostre fabbriche – è quel giardino in cui Dio ha collocato l’uomo, fin dall’inizio, perché lo custodisse e lo lavorasse. Scrive papa Francesco: “Come esseri umani, non siamo meri beneficiari, ma custodi delle altre creature. Mediante la nostra realtà corporea, Dio ci ha tanto strettamente uniti al mondo che ci circonda che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione! Non lasciamo che al nostro passaggio rimangano segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e le future generazioni” (Evangelii gaudium 215).
Il degrado esterno manifesta la corruzione etico morale e dei valori fondativi della vita.
In particolare, oggi possiamo rilevare alcune aree critiche dove il degrado è particolarmente evidente, dove questa rottura dell’alleanza primitiva diventa devastante. Anzi, spesso il degrado esterno manifesta la corruzione interiore del cuore e dei valori fondativi della vita.
1.In primo luogo, viviamo con terrore l’inquinamento, che in vaste aree del pianeta si fa sempre più pervasivo. 2. Pure molto gravi sono le conseguenze disastrose determinate da eventi meteorologici estremi. 3. Un terzo fattore di gravità è rappresentato dalla mancanza di una vera cultura preventiva davanti ai tanti disastri sociali e meteorologici. È l’aspetto culturale del problema, di certo l’aspetto più preoccupante, perché completa il quadro globale della violazione del giardino di Dio: “Siamo infatti tutti chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo” (Evangelii gaudium 215).
La politica ambientale dei comuni. Lo stato di attuazione del “Protocollo d’intesa” tra Governo, Regioni e Comuni del 7 gennaio 2016: una traccia ecologica per le amministrazioni comunali.
E’ lecito domandarci con i nostri lettori lo stato di attuazione del “Protocollo d’intesa” sottoscritto tra Ministero, Conferenza delle Regioni e Comuni italiani il 7 gennaio 2016 per migliorare la qualità dell’aria mira prioritariamente ad incoraggiare il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, disincentivare l’utilizzo del mezzo privato, abbattere le emissioni, favorire misure intese ad aumentare l’efficienza energetica.
Il documento disciplina la collaborazione tra le parti, al fine di definire e attuare misure omogenee su scala di bacino per il miglioramento e la tutela della qualità dell’aria e la riduzione delle emissioni di “gas climalteranti”, con interventi prioritari nelle città metropolitane, utilizzando in modo coordinato gli strumenti normativi e finanziari previsti dall’ordinamento, promuovendo altresì il coordinamento delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria da parte del sistema delle Agenzie regionali di Protezione Ambientale e dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA, le azioni di informazione e divulgazione mirate alla corretta comunicazione dei rischi ambientali e sanitari ai cittadini.
In particolare in Italia Governo, Regioni e Comuni si sono impegnati a favorire e promuovere politiche attive.
- a) il controllo e la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle grandi utenze, incrementando l’efficienza energetica ed agevolando il passaggio a combustibili meno inquinanti;
- b) il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, rinnovando il parco mezzi del trasporto pubblico e di servizio pubblico in esercizio, anche attraverso l’attivazione di un’unica centrale di committenza a cui Regioni e Comuni possano rivolgersi per una rapida immissione di mezzi pubblici ecologici;
- c) la promozione di una rete di ricarica, anche a ricarica rapida, efficiente soprattutto nelle aree metropolitane che supporti la riconversione elettrica dei mezzi pubblici e privati di trasporto, anche mediante incentivi all’acquisto di veicoli merci, autobus, autoveicoli privati, taxi/NCC e biciclette alimentati ad energia elettrica;
- d) l’implementazione e il miglioramento delle infrastrutture del trasporto pubblico locale;
- e) le misure di sostegno e sussidio finanziario per l’utenza del trasporto pubblico, quali, a titolo esemplificativo, l’offerta di abbonamenti integrati comprendenti ferrovie, bus, metro, bike sharing, car sharing , sosta gratuita nei nodi di scambio extra urbani, realizzazione di nuove piste ciclabili, corsie preferenziali per il trasporto pubblico ed aree di totale pedonalizzazione;
- e) l’introduzione al livello nazionale del limite di 30Km/h all’interno dei centri abitati, con l’eccezione delle principali arterie di scorrimento;
- f) la promozione e diffusione di buone pratiche agricole volte alla limitazione delle emissioni di ammoniaca derivanti dalla somministrazione di fertilizzanti azotati o dagli allevamenti, anche tenuto conto dell’aggiornamento della direttiva sui tetti nazionali alle emissioni (cosiddetta direttiva NEC) di futura emanazione;
- g) le misure innovative per la dissuasione e la repressione della sosta di intralcio e la sincronizzazione dei semafori con monitoraggio dell’intensità di traffico, tese ad aumentare la fluidità del traffico veicolare;
- h) l’omogeneizzazione e soprattutto la condivisione ed l’interoperabilità di dati e informazioni sulla qualità dell’aria quantomeno in tempo quasi reale. Infatti tali dati e informazioni sono oggi disponibili solo sui siti web ufficiali delle singole Agenzie, ma prodotti ed esposti secondo modalità e formati differenti tra loro;
- i) la produzione da parte di ISPRA di un Bollettino periodico , sulla base dei bollettini regionali prodotti dal sistema agenziale, e dei dati e delle informazioni di cui al comma precedente di sintesi complessiva posta a disposizione delle Autorità ambientali quanto delle popolazioni;l) la definizione di un obbligo di revisione dei Piani della Qualità dell’aria (art. 9 D.Lgs 155/2010) ogni 4 anni e la definizione di una linea guida unica per la redazione degli stessi da parte del Ministero tramite il supporto tecnico/scientifico di ISPRA e del sistema agenziale;
- l) le misure agevolative finalizzate alla realizzazione di interventi di efficientamento energetico relativi agli impianti sportivi pubblici, nonché a favore di altri edifici pubblici;
- p) le misure volte alla metanizzazione degli impianti termici in uso presso la pubblica amministrazione, all’atto della sostituzione degli stessi per vetustà/guasti;
- m) le misure volte alla rottamazione/riconversione dei veicoli più inquinanti, con particolare riferimento alle flotte merci, promuovendo l’utilizzo delle tecnologie e combustibili a basso impatto ambientale;
- n) le misure volte alla aumento del verde pubblico all’interno delle aree urbane, con particolare attenzione alla problematica della piantumazione in aree urbane ed extraurbane;
- o) le misure volte all’avvio ed alla realizzazione dei nuovi servizi marittimi per il trasporto combinato delle merci e per l’elettrificazione delle banchine portuali;
- p) il potenziamento dei sistemi tecnologici di monitoraggio e di controllo per il rispetto delle misure della limitazione della circolazione nei centri urbani.
Per favorire l’individuazione e l’attivazione di strategie e azioni comuni finalizzate alla prevenzione ed alla risoluzione delle problematiche ambientali in materia di inquinamento urbano, è stato previsto presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un “Comitato di coordinamento ambientale delle Regioni e delle Città metropolitane” tra i Presidenti delle Regioni e i Sindaci delle Città metropolitane, presieduta dal Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare per la definizione e l’aggiornamento periodico del piano strategico triennale del territorio metropolitano .