NewTuscia – GALLESE – Convegno di domani a Gallese su “La ferrovia dei Due Mari – Aspetti di sviluppo”, in cui interverranno le massime autorità istituzionali, politiche e amministrative della Tuscia e dell’Umbria: ecco la relazione di Raimondo Chiricozzi, responsabile del Comitato per la riapertura della tratta Civitavecchia-Capranica-Orte, che espliciterà in apertura di convegno. NewTuscia è partner dell’iniziativa.
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Ringrazio tutti i presenti, in particolare il Sindaco di Gallese Danilo Piersanti, che con entusiasmo ci ha aiutato nell’organizzazione di questo incontro, la direttrice del Museo Simona Pirolli, il presidente della Pro loco di Gallese Marco Rossi, i collaboratori, le tante istituzioni che hanno concesso il patrocinio. Soprattutto ringrazio tutti coloro che si sono impegnati per raggiungere quello che riteniamo un importante risultato: La Civitavecchia Capranica Orte è ora inserita nell’elenco delle Ferrovie turistiche nazionali, approvato dalla Camera dei deputati il 24 gennaio 2017. Per ottenere l’approvazione dalla Camera, i deputati qui presenti Bernini, Mazzoli, Minnucci, Molea, Pastorelli, Terrosi, e con loro, la stessa presentatrice del disegno di legge on Iacono, l’on Mura e in particolare il presidente della commissione trasporti della Camera on Meta, hanno fatto quadrato unitariamente ed indipendentemente dalla posizione politica di maggioranza o minoranza.
Anche l’on Brunetta ha collaborato e alla fine il risultato si è visto. Ne siamo contentissimi. Desidero ringraziarli a nome dei cittadini, dei soci del comitato e delle associazioni. Hanno contrastato con fermezza il tentativo di eliminare dall’elenco la ferrovia Civitavecchia Capranica Orte e lo svuotamento della legge che stavano per essere fatti, e il tentativo di cancellare tutto l’elenco delle ferrovie turistiche individuate, in precedenza approvato dalla commissione trasporti all’unanimità. Desidero anche ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per il raggiungimento di questo importante risultato e cioè il presidente della commissione trasporti della Regione On Enrico Panunzi che ha sostenuto in commissione regionale le nostre richieste, l’assessore Civita che oggi non è presente, che presso la commissione trasporti della Camera ha confermato la volontà della Regione di inserire nella legge per le ferrovie turistiche la nostra ferrovia CCO, il consiglio regionale che ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno, per il ripristino della ferrovia, proposto dalla consigliera Silvia Blasi, ed infine i Sindaci che hanno appoggiato con delibere consiliari e ordini del giorno l’iniziativa. Chiedo scusa se non posso per ragioni di tempo nominare tutti coloro che nel tempo si sono adoperati per la riapertura della ferrovia. Abbiamo previsto un piccolo riconoscimento che poi consegneremo. E’ il raggiungimento di un obbiettivo costruito con pazienza e gradualità, tanta pazienza. Perché da anni cittadini organizzati in comitati e associazioni non si stancano di chiedere la riapertura di questa ferrovia ? 1- Lo diciamo senza modestia, forse, perché da tempo si è compresa la necessità di tornare al futuro. Sembra una contraddizione in termini, ma non lo è: la mobilità su ferro, è apparentemente il passato, in realtà è inevitabilmente il futuro. La politica deve comprenderlo e dare risposte alla resilienza dei cittadini, trasformandola da arte di adattamento, che noi italiani abbiamo connaturata, a cambiamento, sostenendola e applicandone le proposte. E’ una richiesta di democrazia e di partecipazione. E’ una richiesta di eliminazione delle diseguaglianze.
E’ un nuovo modo di vedere le cose per migliorare il modo di come siamo stati e siamo nel mondo. E’ una richiesta di cambiamento, ormai obbligatorio, necessario per evitare il disastro che si sta avvicinando velocemente. I cambiamenti climatici che interessano sempre più spesso l’Europa e l’Italia in particolare, lo impongono e spetta a noi cittadini pretendere nuove forme all’economia e al governo del territorio. Le riunioni sul clima e sull’ambiente compromesso si succedono; ma poi… , i Governi, cosa fanno in concreto? Abbiamo tra i relatori persone quali il prof Giuseppe De Rita presidente del Censis, l’architetto Francesco Giacoboni della segreteria del vice Ministro Nencini, l’on Riccardo Valentini che è premio Nobel per la Pace e i deputati presenti che possono informarci su ciò che si sta facendo per invertire il processo del cambiamento climatico. 2- Il secondo motivo è conseguente e riguarda la provincia di Viterbo e il Centro Italia e le politiche necessarie al riequilibrio del territorio. Sta cambiando veramente qualcosa in Italia e nelle Regioni del Centro Italia? Finalmente verrà data concretezza alla sbandierata cura del ferro? L’affermazione, fatta dal Ministro Del Rio, che sia ormai arrivato il tempo di creare l’offerta per sollecitare la domanda, è solo una enunciazione o sarà perseguita fino in fondo? Noi del comitato siamo fiduciosi, perché l’abbandono del piccolo cabotaggio della politica e il ritorno alla vera politica, che è la programmazione, è ormai una scelta irrinunciabile.
La via maestra è tracciata, le deviazioni non sono più consentite. Anche il Papa Francesco, con la sua Enciclica Laudato sì, ci stimola e dice “Le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro”. Chi si attarda, infatti, o devia dalla via maestra fa solo danni all’economia, all’ambiente e alla salute della gente. Ecco perché siamo fiduciosi sulle future scelte a favore della modalità ferroviaria. 1-per la salvaguardia dell’ambiente, che è anche tutela della salute; 2- per il risparmio energetico; 3- per l’offerta di servizi efficienti; 4- per stimolare la crescita e lo sviluppo economico. Favorire il recupero delle ferrovie, non lasciarle deperire o abbandonarle, è parte integrante di questo disegno. Sono un valore economico, un bene culturale del Paese. La ferrovia Civitavecchia Capranica Orte, è una delle ferrovie abbandonate, in parte dismessa e in parte sospesa, per la quale a più riprese c’è stato interessamento politico, con interrogazioni parlamentari, documenti a tutti i livelli, dal locale al nazionale, che hanno sostenuto la necessità della riapertura e altrettante volte è stata affossata la volontà delle popolazioni. Le foto che abbiamo proiettato raccontano in parte la storia della ferrovia, la sua inaugurazione, l’apertura della tratta Ronciglione Orte, con la realizzazione del Ponte in ferro, unico al mondo per la sua fattura e della piccola frana che venne presa come pretesto per chiudere la tratta Civitavecchia Capranica, infine la chiusura dell’altra tratta, la Capranica Orte, fatta divenire appositamente ramo secco. Pochi mesi prima della chiusura su questo ramo, definito secco, incredibilmente è stato rifatto tutto l’armamento. E poi, i finanziamenti per la riapertura di tutta la linea: 200 miliardi di lire spesi per i lavori svolti sulla tratta Civitavecchia Capranica e altri 123 miliardi di lire, che le FS non si sa dove abbia speso, finalizzati al completamento dei lavori e l’elettrificazione di tutta la linea da Civitavecchia a Orte, nel 1981 dal Programma integrativo. Quindi le proposte di finanziamento ( tra cui la Direttiva Treu- D’Alema del 1999). Per ultimo il finanziamento (2 milioni di euro) del progetto per l’intera linea, pagato dalla Unione Europea, dalla Regione Lazio, dal Porto di Civitavecchia e dall’Interporto Centro Italia di Orte. Per questo progetto, redatto dalla Italferr, società partecipata FS, è stata effettuata nel 2011 la Conferenza dei servizi presso la Regione Lazio.
Anche se è stato un po’ diluito il valore della scelta, è stato approvato dalla Camera, un testo di legge sulle ferrovie turistiche in un certo senso rivoluzionario per l’Italia. E’ un primo passo, che è anche un riconoscimento della validità della nostra lunga battaglia. Non è sufficiente, e continueremo perciò a svolgere, aiutati dalle nuove sensibilità, il nostro ruolo di stimolo alla politica, fino a quando la ferrovia Civitavecchia Capranica Orte non sarà riaperta completamente al traffico turistico, viaggiatori e merci. Lo faremo per : 1)– La difesa dell’ambiente, che è anche difesa della salute. Il viterbese è una tra le 5 provincie d’Italia che detiene il record di immatricolazioni di auto private, 700 su 1000 abitanti; vi lascio immaginare cosa significhi in fatto di inquinamento ambientale. 2)- La cultura: La ferrovia attraversa un territorio ricco di emergenze ambientali e culturali: mare, monti, fiumi, laghi, parchi e riserve naturali, insediamenti paleolitici, archeologia romana, anfiteatri, necropoli e città etrusche, borghi medioevali, castelli e palazzi di grande valore culturale, strade e vie consolari, via Amerina, via Francigena, via Clodia, chiese che conservano tesori artistici. 3)- Il riequilibrio del territorio al quale può contribuire la riapertura della ferrovia favorendo la creazione di sviluppo in tutto il Centro Italia. La ferrovia dei Due Mari congiunge il Porto di Civitavecchia, in forte espansione, con 1milione e 500mila crocieristi all’anno, con l’Interporto Centro Italia di Orte, si collega alle grandi linee trans-europee TEN T 1 Palermo- Berlino e quindi congiunge il Mar Tirreno con il Mar Adriatico. Quali altre infrastrutture possono vantare queste grandi qualità e potenzialità? Per questo anche l’Unione Europea l’ha ritenuta indispensabile per l’Italia e ne ha finanziato in parte la progettazione. Forse l’Unione Europea e la Regione-l’Autorità Portuale- l’Interporto, hanno voluto buttare ancora soldi per un’opera non necessaria? La Civitavecchia Capranica Orte è necessaria allo sviluppo economico dei luoghi e del territorio, è importante per la mobilità dei cittadini, è indispensabile per il trasporto merci. Che senso ha, ancora oggi, nonostante gli effetti dei cambiamenti climatici, far viaggiare le merci su strada, con i conseguenti problemi di ambiente, salute e sicurezza? Perché si continua a privilegiare la costruzione di strade sottraendo terreno agricolo produttivo, quando abbiamo la possibilità di riaprire una ferrovia esistente e dai costi economici e soprattutto sociali nettamente inferiori ? Il vero problema italiano che è soprattutto degli ultimi tempi, è la mancanza di una seria programmazione dello sviluppo. Vengono fatti studi e redatti piani, approvati anche all’unanimità e poi messi nei cassetti a dormire sonni profondi.
E’ ciò che è accaduto al Piano di Bacino dei trasporti della provincia di Viterbo redatto dall’Università La Sapienza approvato all’unanimità e, poi, … forse, nemmeno letto da chi ha il potere decisionale di applicarne le proposte. In esso la ferrovia Civitavecchia Capranica Orte è definita prioritaria per lo sviluppo economico del Centro Italia. Nel Piano si chiede inoltre di realizzare, e questo costerebbe pochissimo, l’anello ferroviario Circumcimina, per sottrarre alla gomma una utenza possibile di circa 130-150.000 persone, metà degli abitanti della provincia di Viterbo e favorire con una apposita fermata sulla FS Roma Viterbo, in prossimità del più grande ospedale della Provincia Belcolle, la visita agli ammalati e l’accesso agli ambulatori. Vogliamo infine ricordare un’altra delle nostre proposte che in questo momento storico è divenuta coraggiosa, sebbene sia, a nostra parere, più che valida. La Tuscia è considerata il dormitorio e discarica, sito dove collocare servitù, vedi centrali elettriche, vedi servitù militari. La stessa fine della proposta dell’aeroporto deve far riflettere sulla considerazione che ha la politica che conta, rispetto il resto della Regione Lazio ed in particolare la provincia di Viterbo. Eppure, il viterbese, il Centro Italia hanno bisogno di sviluppo in loco invertendo la situazione che li penalizza, dovuta soprattutto alla grande attrazione di Roma Capitale.
Incominciano a vedersi iniziative di uomini politici e di cultura, che si rendono conto che il sistema del rapporto socio economico nord-sud, per la provincia di Viterbo non ha funzionato e quindi occorre ripensare e programmare lo sviluppo attraverso le infrastrutture ovest-est, ovvero trasversali. Significa attrezzarsi, anche culturalmente, per il riequilibrio territoriale e amministrativo, ponendo il viterbese in stretta sinergia con la parte settentrionale della provincia di Roma, con l’Umbria, il reatino e la bassa Toscana, realizzando un vero e proprio comprensorio. Si tratta di riprendere la discussione partendo dalla proposta di legge che prevedeva gli accorpamenti delle Regioni e spingere perché si realizzi una vasta AREA interregionale di sviluppo, che abbiamo chiamato AREA TUSCIA ETRURIA UMBRIA. In conclusione, ritengo sia ormai maturo il tempo per la riapertura della linea Civitavecchia Capranica Orte. La riunione odierna è la dimostrazione della nuova sensibilità della politica, verso le richieste dei cittadini. Abbiamo posto nelle vostre cartelle dei documenti aperti alle modifiche, che il dibattito odierno può apportare, sui quali chiediamo venga apposta la vostra firma. Lo abbiamo fatto non certamente per mancanza di fiducia, in coloro che si sono impegnati per rivedere la linea in funzione, o perché i latini ci hanno insegnato che “verba volant scripta manent”. Lo abbiamo fatto perché oggi, da questa riunione vorremmo scaturisca un manifesto politico-programmatico, con il quale continuare a lottare per rivedere correre i treni sulla Civitavecchia-Capranica-Orte, favorire la mobilità ferroviaria e la creazione di sviluppo nel Centro Italia.
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