NewTuscia – PERUGIA – Il Consiglio, in avvio di seduta, ha approvato all’unanimità con 19 voti a favore la proposta di modifica del regolamento comunale del piano generale della pubblicità, presentata dai consiglieri Bori (PD) e Castori (FI)
Illustrando l’atto, Bori ha riferito che il Regolamento comunale del piano generale della pubblicità disciplina la collocazione dei mezzi pubblicitari sul territorio del Comune di Perugia.
Il Regolamento in oggetto è stato redatto quindici anni fa e l’ultima modifica risale ormai a oltre cinque anni fa.
Nel frattempo sono stati sviluppati nuovi sistemi e tecnologie pubblicitarie, come ad esempio l’impiego di pannelli di varie dimensioni a Led che già altri comuni hanno provveduto ad inserire tra le forme di pubblicità ammesse come ad esempio nei regolamenti redatti dal Comune di Milano e da quello di Palermo che si allegano.
Per queste ragioni gli istanti hanno proposto di modificare il regolamento (allegato B1 – pubblicità permanente) aggiungendo alle forme di pubblicità ammesse anche quelle con pannelli Led o con luci a basso impatto energetico avendo cura che tali strumenti pubblicitari non vadano a contrastare con l’articolo 23 del C.d.S.
CONSIGLIO COMUNALE/ RESPINTA LA RELAZIONE DELLA CONSIGLIERA ROSETTI SULLA CASA DELL’ASSOCIAZIONISMO
Il Consiglio ha poi respinto con 9 astenuti (maggioranza), 7 contrari (PD) e 7 a favore (Rosetti, Giaffreda, Marcacci, De Vincenzi, Nucciarelli, Cenci e Fronduti) la relazione finale della consigliera Rosetti sulla Casa dell’Associazionismo di Via della Viola.
Nella relazione Rosetti, dopo aver ripercorso le tappe della vicenda e quanto emerso nelle varie sedute a seguito delle molteplici audizioni, ha evidenziato che l’ex convento di San Fiorenzo rappresenta un importante patrimonio della città e che la sua funzione di casa dell’associazionismo non può dirsi soddisfatta viste le premesse.
Secondo il capogruppo l’assegnazione dell’immobile alle associazioni è avvenuta in palese contrasto con il regolamento vigente anche in considerazione del canone applicato di soli 200 euro l’anno.
Altre criticità riguardano il mancato subentro nei contratti di fornitura, le modifiche alla destinazione d’uso, la cessione dei locali ad associazioni terze, lo svolgimento in loco di attività economiche, i mancati controlli da parte dell’Ente.
In sostanza, afferma l’istante, la funzione dell’immobile sito alla Via della Viola, n. 1 quale “Casa dell’Associazionismo” non risulta rispettata dall’assetto attuale delle assegnazioni.
Per tutte queste ragioni nel dispositivo finale Rosetti ha chiesto che la Giunta si attivi prontamente:
1) per individuare i soggetti presenti ed i titoli che legittimano la presenza, provvedendo qualora non sussistano i presupposti con gli atti di competenza (regolarizzazione o rilascio);
2) per revocare le convenzioni in essere ove irregolari o a modificarle se del caso, sia in ordine agli spazi assegnati che ai canoni contemplati e riacquisendo in tal modo all’immobile comunale la funzione di effettiva “Casa dell’Associazionismo.
3) in ordine ad Arci, per valutare i presupposti per addivenire alla conclusione di una diversa regolamentazione contrattuale con conseguente applicazione di un canone congruo;
4) a far valere eventuali responsabilità in capo ai dirigenti e/o responsabili degli uffici comunali.
Tracchegiani ha ricordato che F.I. ha deciso di astenersi in Commissione ed ha preannunciato l’intenzione di confermare questo voto per una ragione: c’è stata poco tempo fa una modifica del Regolamento che ha istituito uno specifico osservatorio sugli immobili comunali concessi alle associazioni. Sarà compito, dunque, di tale organo, che a breve verrà costituito, compiere tutte le valutazioni del caso in relazione alle specifiche situazioni, compresa quella in esame.
Al contrario De Vincenzi si è detto assolutamente d’accordo con la relazione, visto che anche la maggioranza si è attivata più volte sul tema in oggetto. Il consigliere del gruppo Misto ha detto di non aver compreso le ragioni poste a fondamento del voto di astensione espresso da parte della maggioranza su una vicenda che andrebbe chiarita. Quando si insedierà l’Osservatorio, spetterà senz’altro a questo organismo assumere le decisioni finali, tuttavia un voto a favore della relazione può contribuire a sgombrare il campo da qualsivoglia commistione con le scelte del passato.
Fronduti ha ricordato come la questione ricorra ormai da 15 anni, tanto è vero che l’allora opposizione di centro-destra la sollevò in più occasioni. Tante volte – precisa il consigliere di FI – si è parlato di Arci, associazione cui le Amministrazioni Locchi e Boccali hanno concesso immobili a canoni incongrui. Quando ci sono contratti di questo tipo, andrebbe rivisto l’importo della locazione, perché non è pensabile concedere strutture di 750 metri quadri a canoni simbolici e per tantissimi anni.
L’auspicio poi è che a breve l’osservatorio possa procedere a tutti gli approfondimenti del caso, onde eliminare tutte le illegittimità presenti, così da realizzare quella discontinuità col passato che l’Amministrazione Romizi vuole.
CONSIGLIO COMUNALE/ SENZA ESITO LA PRATICA SULLA NOMINA DEI NUOVI COMPONENTI DELLA COMMISSIONE TOPONOMASTICA CITTADINA
Il Consiglio, successivamente, ha analizzato la pratica concernente la nomina dei due consiglieri comunali di minoranza quali membri della commissione toponomastica cittadina, in sostituzione dei dimissionari Mencaroni e Pietrelli.
All’esito della votazione (24 i votanti), l’esito è stato il seguente: 7 schede nulle, 4 bianche, 9 voti per Mirabassi, 10 per Mori, uno per Fronduti. In conseguenza di ciò Mori e Mirabassi sono risultati eletti. Tuttavia entrambi i consiglieri hanno presentato immediate dimissioni, di fatto annullando l’esito della votazione. Per tali ragioni la pratica si è esaurita; se del caso la stessa dovrà essere ripresentata in Consiglio ex novo.
Aprendo il dibattito Mencaroni ha chiesto di rinviare la pratica al fine di poter esaminare preventivamente la proposta di modifica al regolamento sulla commissione toponomastica da lui presentata.
Camicia ha espresso contrarietà per la richiesta, ritenendola strumentale; ciò in quanto la surroga dei dimissionari serve per consentire alla commissione di tornare a lavorare quanto prima. “Si tratta di una commissione che la lavorato tantissimo finora, colmando le lacune lasciate dalla sinistra. Ritengo che le modifiche apportate al regolamento fossero necessarie in considerazione del fatto che la commissione appariva ingessata. In ogni caso segnalo che tale organismo è solo consultivo, visto che spetta alla giunta alla fine decidere sui toponimi”.
La proposta di rinvio di Mencaroni è stata respinta con 10 contrari (maggioranza) 6 astenuti (Vignaroli, Marcacci, Numerini, De Vincenzi, Varasano e Felicioni) e 7 a favore (opposizione).
Quanto si è riaperto il dibattito, Rosetti ha ricordato che le dimissioni di Pietrelli, condivise da tutto il M5S, sono relative alle modifiche apportate dalla maggioranza al regolamento; in particolare quella con cui ai membri esperti esterni è stato tolto il diritto di voto, trasformandoli in meri consulenti. Ciò significa che la sola maggioranza politica presente nella toponomastica è in grado di decidere su ogni pratica.
La capogruppo M5S ha chiesto di sapere dal Segretario generale cosa sarebbe accaduto ove l’opposizione avesse deciso di non votare o di non indicare i propri due rappresentanti. Nel contempo Rosetti ha chiesto di discutere, preventivamente, la proposta di modifica all’art. 5 del regolamento della toponomastica, finalizzato a ripristinare il diritto di voto in capo ai membri esterni.
Il dott. Di Massa ha chiarito che l’attuale regolamento non prevede la riserva di posti, in seno alla toponomastica, in capo all’opposizione. Dunque in caso di mancata nomina dei membri da parte dell’opposizione stessa, la maggioranza potrebbe legittimamente nominare propri rappresentanti.
Inoltre il Segretario ha specificato che la commissione toponomastica non è un organo cosiddetto “perfetto”: dunque la stessa può funzionare con un numero di membri pari al 50% più uno, ossia attualmente tre su cinque.
Borghesi ha sostenuto che la modifica apportata dalla maggioranza al regolamento ha rappresentato un fatto increscioso, perché ha trasformato gli esperti esterni in meri consulenti senza diritto di voto. Tanto è vero che tali membri si sono dimessi ed hanno scritto al sindaco per esprimere il loro disappunto. “Purtroppo il sindaco ha evitato di rispondere a queste sollecitazioni ed oggi è assente”. Pensare – sostiene Borghesi – di fare a meno di persone autorevoli in seno alla toponomastica è sbagliato; ciò è alla base delle dimissioni anche dei consiglieri Mencaroni e Pietrelli.
Secondo Camicia è surreale quanto sta accadendo, visto che non può dirsi offensivo definire “consulenti” dei membri esterni. La Toponomastica – ha ribadito Camicia – ha fatto tantissimo finora, rinominando molte strade, spesso su suggerimento proprio del consigliere Mencaroni o dei membri esterni.
“Pensare che l’opposizione pretenda oggi di decidere il 100% delle proposte di denominazione non è né giusto né corretto, perché le responsabilità di governo spettano al centro-destra”. Il consigliere Cor, infine, ha segnalato che, pur potendo la toponomastica continuare a lavorare con soli 3 membri, tuttavia la maggioranza ha preferito per senso di responsabilità fermarla al fine di ristabilire i numeri e la massima collaborazione.
Mencaroni ha detto di aver portato, in quanto appassionato di storia e dei toponimi, un contributo laico in seno alla commissione, senza finalità politiche, ma solo con l’obiettivo di recuperare le tradizioni della città. Ciò in quanto la commissione riveste un ruolo importante per Perugia, visto che assume decisioni che restano negli anni. Proprio per questo è necessaria la presenza dei membri esterni che rappresentano, peraltro, le più importanti Istituzioni culturali cittadine. “Evidentemente la maggioranza ha preferito introdurre un sistema diverso, politico che le consente di decidere tutto in totale autonomia”.
Lo stesso Mencaroni, unitamente alla consigliera Rosetti, ha reiterato la richiesta di urgente revisione del regolamento nei termini prima indicati.