NewTuscia – ROMA – Dopo le polemiche dei giorni scorsi e le denunce da parte di alcuni presidi sulla situazione in cui versano gli istituti, con studenti al gelo costretti a portarsi stufe e coperte di lana da casa, è tempo di individuare le responsabilità e correre ai rimedi.
L’esasperazione ha portato molti studenti, in diversi licei romani a scioperi e proteste perché le aule, nonostante le tantissime segnalazioni, sono ancora al gelo. In alcuni casi i ragazzi sono usciti prima. Così a Roma, al Tasso e al Righi, le condutture idriche sono fuori uso e gli studenti restano a casa.
L’emergenza però non ha riguardato solo la capitale ma anche le provincie. A Pomezia, ad esempio, i ragazzi, per far fronte all’inefficienza del sistema di riscaldamento degli istituti pubblici, si sono portati delle stufette da casa. Mentre a Vitinia la scuola elementare è ancora chiusa, in attesa dei controlli imposti dal Comune.
Si tratta di un’emergenza a cui bisogna porre immediatamente rimedio, questa situazione, indegna per un paese civile, minaccia gravemente il diritto allo studio dei ragazzi di tutti gli istituti coinvolti.
“Non è possibile lasciare le scuole al freddo, quest’emergenza sta durando fin troppo – dichiara Luigi Agostini, Presidente di Federconsumatori Lazio, “è impensabile che alcuni picchi di freddo trovino l’organizzazione scolastica impreparata al punto da compromettere il diritto allo studio di migliaia di studenti. Provvedimenti devono essere presi con tempestività in tutta la regione”.