NewTuscia – PERUGIA – Il consigliere del Gruppo Misto De Vincenzi ha chiesto di avere chiarimenti rispetto al fatto che il bando per il nuovo PUMS sia stato bandito nel mese di luglio 2016, con scadenza 31 agosto. Secondo De Vincenzi, infatti, essendo quello periodo di ferie, sarebbero potuti venire a mancare i presupposti per garantire la libera concorrenza senza limitare l’accesso a tutte le aziende che ne avrebbero avuto diritto.
L’Assessore alla Mobilità Cristiana Casaioli ha spiegato che gli uffici hanno avviato la predisposizione dei documenti di gara per l’affidamento del servizio di redazione del PUMS del Comune di Perugia già dalla fine del 2015. Nei primi mesi dell’anno appena concluso, quindi, l’Amministrazione ha scelto di far precedere la pubblicazione stessa del bando da una fase di partecipazione preliminare, per verificare assieme alla cittadinanza i tematismi da affrontare durante la redazione del PUMS.
Questa fase, conclusasi a inizio marzo e seguita da un lasso di tempo per l’eventuale presentazione di osservazioni, ha determinato uno scivolamento dei tempi. Nel frattempo, è entrato in vigore il Nuovo Codice degli Appalti, che ha comportato la necessità di una completa revisione di tutti gli aspetti di richiamo normativo del bando.
“Se da una parte -ha spiegato l’Assessore- poteva essere opportuno un allungamento del termine minimo di 35 giorni di pubblicazione, come previsto dalla legge, anche in considerazione del periodo estivo, dall’altro lato, una dilatazione dei tempi di aggiudicazione avrebbe seriamente compromesso la possibilità di eseguire da parte del soggetto aggiudicatario le necessarie indagini preliminari all’avvio dello studio, ed in particolare i rilievi dei di traffico e dei passeggeri sui servizi di trasporto pubblico, entro i mesi di ottobre–novembre, determinando ulteriori slittamenti temporali fino al periodo di marzo–aprile 2017. E’ noto, infatti che gli altri mesi dell’anno hanno una capacità rappresentativa molto inferiore delle medie annuali che devono essere prese a riferimento per le indagini. Inoltre -ha concluso- non dobbiamo dimenticare che gli slittamenti temporali del PUMS condizionano anche l’inizio degli interventi di Agenda Urbana nel campo della mobilità, determinando un rischio reale di poter portarli a termine prima della fine della legislatura. Per tutto questo è stata condivisa dal mio Assessorato la decisione di porre i termini per la presentazione delle proposte al 31 Agosto”
Tra l’altro, -ha proseguito l’assessore- a giudicare dalle richieste di chiarimenti pervenute all’Amministrazione nel periodo di pubblicazione del bando, che assommano a 12 istanze da parte di 6 soggetti economici diversi, non sembra affatto che questo periodo di pubblicazione abbia ristretto la base dei partecipanti all’esperimento di gara.
L’incarico per la redazione del PUMS è stato, quindi aggiudicato dall’U.O. Mobilità e Infrastrutture, sulla base dell’esito della valutazione della commissione giudicatrice, al costituendo raggruppamento temporaneo di imprese tra TPS PRO SRL, GO-MOBILITY SRL e ISFORT SPA; una volta disposta da parte della S.O. Contratti l’efficacia dell’aggiudicazione si potrà procedere alla stipula del contratto e all’avvio della redazione del PUMS.
Al termine della relazione dell’assessore, il consigliere De Vincenzi ha comunque invitato l’amministrazione a non utilizzare termini così ristretti per i prossimi bandi, al fine di favorire una più larga partecipazione da parte delle aziende.
NUOVO PUMS DEL COMUNE DI PERUGIA. INTERROGAZIONE DEL CAPOGRUPPO PD MENCARONI: RISPONDE L’ASSESSORE CASAIOLI
Il capogruppo PD Mencaroni ha chiesto di conoscere come l’amministrazione abbia intenzione di procedere alla stesura del nuovo PUMS, con quali procedure e con che tipo di partecipazione da parte della cittadinanza e degli operatori. ha chiesto anche se nel nuovo Piano si prevede di implementare il servizio della ex Ferrovia Centrale Umbra per favorire i collegamenti tra la zona nord della città e il centro storico e tra il capoluogo e il resto della regione.
“Dieci anni fa -ha ricordato Mencaroni- le esigenze dei nostri concittadini erano diverse, forse minori, rispetto a quelle di oggi. Ma allora vi fu un’importante fase di partecipazione che avvenne attraverso le circoscrizioni, che oggi non ci sono più. Sindaco e assessore hanno più volte annunciato che si sarebbe arrivati in tempi brevi al nuovo Pums.”
Partendo da quanto già spiegato nel rispondere all’interrogazione del consigliere De Vincenzi, l’Assessore Casaioli ha confermato che come previsto dal capitolato della gara, in cui si è dato un significativo rilievo agli aspetti della partecipazione, che denotano un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile distinguendolo da un PUM, la fase di partecipazione accompagnerà tutto il percorso di redazione ed approvazione del PUMS e sarà rivolta a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nel processo decisionale.
Tra gli obiettivi prioritari da affrontare all’interno del PUMS vi è il trasporto pubblico urbano: il soggetto aggiudicatario dovrà, infatti, predisporre un nuovo piano dei trasporti pubblici urbani, in integrazione con la versione approvata del Piano di Bacino e del Piano Regionale Trasporti, perseguendo gli obiettivi di ottimizzazione delle sinergie tra rete del trasporto pubblico extraurbano ed urbano; riduzione della copertura territoriale della rete di TPL convenzionale; introduzione di specifici servizi per aree a domanda debole, con individuazione di fermate di interscambio con le linee convenzionali di TPL e riduzione del costo complessivo per il TPL massimizzando l’efficacia dello stesso.
Rispetto al PUM (che risale al 2006), che metteva al centro dello studio il traffico, la pianificazione del traffico e la capacità dei flussi di traffico delle infrastrutture stradali, il PUMS , dopo dieci anni, mette al centro le persone con le loro esigenze di mobilità. Non è più uno studio focalizzato sull’aspetto trasportistico ma tutti i temi legati alla mobilità vengono visti con l’obiettivo di semplificare la vita dei cittadini e di migliorarne la qualità. Le politiche di sviluppo e le misure definite nel PUMS devono riguardare con una visione innovativa, tutte le forme di accessibilità al territorio (pedoni, bici, trasporto pubblico, auto ) siano esse pubbliche che private e che vedano coinvolti i passeggeri e le merci, motorizzate e non motorizzate.
“La procedura è piuttosto complessa –ha spiegato l’assessore- va dai 14 ai 19 mesi a seconda dell’assoggettabilità a Vas e, in ogni caso, ci sarà un’ampia partecipazione dei cittadini e dei soggetti portatori d’interesse.”
Mencaroni, nella sua replica, ha sottolineato che non è stato aggiunto niente a quello che già si sapeva, con una “risposta complessa come complessa è la procedura, ma dalla quale non si evince niente rispetto alla FCU o a quali forme di partecipazione si sta pensando, per dare concretezza alle parole. Mi a auguro -ha detto- che si arrivi presto ad un PUMS adeguato, perché la nostra chissà ne ha sempre più bisogno”.
SITUAZIONE DI PERICOLO FERRO DI CAVALLO: L’ASSESSORE CASAIOLI RISPONDE A BISTOCCHI E BORI (PD)
I consiglieri PD Bistocchi e Bori hanno presentato un’interrogazione alla giunta per avere chiarimenti sulla situazione di pericolo che da tempo si è creata nel quartiere di Ferro di Cavallo e, precisamente, alla fine di via Magellano.
Lì un’area destinata ad esigenze di viabilità, infatti, risulta in parte chiusa per il cedimento di un muro di contenimento, nonché occupata da una gru e relative transenne.
“Si tratta di una problematica non generale come altre che possono sembrare più importanti -ha spiegato Bistocchi nell’illustrazione- tuttavia il problema, malgrado le rassicurazioni, non è stato risolto e per questo, a distanza di un anno, siamo qui a riproporre l’interrogazione data la criticità dell’area interessata.”
I consiglieri chiedono, dunque, se, da parte dell’amministrazione, sono stati presi provvedimenti ufficiali per obbligare i legittimi proprietari ad eliminare il pericolo, auspicando un intervento urgente al fine di risolvere la criticità e se è stata verificata la legittimità all’occupazione di suolo pubblico.
L’assessore Casaioli ha confermato che con una nota del 24 febbraio 2016 il tecnico incaricato dalla proprietà ha trasmesso al Comune una relazione tecnica e di verifica della muratura in oggetto dichiarando, tra le altre cose, che le opere di messa in sicurezza temporanea realizzate all’epoca dell’ordinanza sono ancora ad oggi sufficienti a garantire la necessaria sicurezza; che è in corso la redazione di un progetto, anche strutturale di messa in sicurezza del manufatto di contenimento e di tutta l’area soprastante, per la quale verrà presentata apposita S.C.I.A.A., che pur verificato che al momento non ci sono in atto movimenti del muro di contenimento in grado di cambiare la situazione attuale, si consiglia di mantenere tutte le opere di messa in sicurezza provvisoria e segnalazioni di pericolo, fino all’esecuzione delle opere stesse.
Con una successiva nota del dicembre scorso la proprietà informava l’ente che, a febbraio prossimo, dovrebbero partire i lavori per la messa in sicurezza con la demolizione del muro di contenimento dell’area condominiale di Via del timone, nonché la rimozione degli interventi non autorizzati dalla proprietà e riscontrati in alcuni sopralluoghi.
“Se non interverrà la proprietà interverrà il comune, ha detto l’assessore Casaioli, precisando, per quanto riguarda l’occupazione di suolo pubblico che le transenne per motivi di sicurezza non necessitano della suddetta occupazione.”
I proponenti si sono detti soddisfatti della risposta dell’assessore.
VICENDA GESENU: INTERROGAZIONE DELLA CAPOGRUPPO M5S ROSETTI
Presentata dalla capogruppo del M5S Cristina Rosetti l’interrogazione sulla vicenda Gesenu, parte dai presunti mancati controlli sull’attività dell’azienda da parte delle istituzioni e richiama l’intervista a Nazzareno Stazi, titolare della Seit, che nelle sue dichiarazioni ha chiamato in causa anche il dott. De Paolis, dirigente del comune, già AD di Gesenu, per chiedere all’amministrazione se, effettivamente, siano state fatte segnalazioni all’amministrazione su presunte irregolarità nella gestione dei rifiuti e quali attività siano state messe in campo in ordine alla vicenda.
A rispondere è stato l’assessore Calabrese, che ha tenuto a ricordare che c’è un’indagine in corso su una vicenda estremamente complessa della quale siamo solo alle indagini preliminari. Calabrese ha ricordato anche che nell’intervista a un quotidiano locale Stazi non ha tirato in ballo il Comune di Perugia, al quale peraltro non competono controlli in materia ambientale, e ha difeso l’operato di De Paolis e Marconi.
Calabrese ha, quindi, sottolineato che sebbene il comune non fosse tenuto a conoscere chi effettuava le analisi per Gesenu, comunque, negli ultimi cinque anni, nessuna segnalazione è mai pervenuta agli uffici da parte della Seit o del suo legale rappresentante, il dott. Stazi, o di alcuno dei suoi dipendenti. Al contrario, sono pervenute numerose comunicazioni da parte di Gesenu in ordine a controlli analitici effettuali dalla stessa società.
Stazi anzi -ha aggiunto l’assessore- dopo l’intervista suddetta ha scritto al Sindaco per correggere il tiro, dicendo di non aver mai incontrato Marconi, né di conoscerlo.” Il Sindaco ha deciso di inviare alla nuova compagine societaria di Gesenu quella stessa nota del dott. Stazi, nel quale egli chiede anche al comune di intervenire per il pagamento degli arretrati, visto che la società ha dovuto licenziare i propri dipendenti, al fine di poter far fronte ad una situazione pregressa.
“Ancora oggi si continua a sminuire la questione” -ha replicato Rosetti, sostenendo che, come dimostra il caso Pietramelina, il comune era a conoscenza di quelle che oggi sono ipotesi di reato e non ha fatto nulla per modificare la situazione.”
BLOCCO DELL’IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI PIETRAMELINA: INTERROGAZIONE DELLA CAPOGRUPPO M5S ROSETTI
Nella sua interrogazione relativa al blocco dell’impianto di compostaggio di Pietramelina, la capogruppo M5S Rosetti chiede all’amministrazione quali azioni siano state messe in campo in ordine alle note problematiche dell’impianto, così come in ordine ad eventuali diffide e contestazioni che siano state fatte dall’amministrazione e in particolare dal Sindaco Romizi anche nel suo ruolo di Presidente ATI2, al fine di ottenere l’adeguamento programmato dell’impianto, anziché attendere l’emergenza e al fine del risarcimento dei danni subiti e subendi, anche in virtù della perdita del finanziamento pubblico di oltre 2 milioni e seicentomila euro, che doveva servire al miglioramento e all’ottimizzazione dell’impianto di Pietramelina, a seguito dell’interdittiva.
Rosetti, inoltre, interroga l’esecutivo anche sulle determinazioni assunte in ordine ai maggiori costi derivanti dal blocco dell’impianto, nonché su eventuali azioni promosse in ordine all’erronea disposizione di raccolta dei pannolini e pannoloni insieme all’umido data da Gesenu ai cittadini e rettificata solo lo scorso 9 dicembre via sms.
Secondo Rosetti, infatti, Gesenu non ha rispettato le prescrizioni della regione, che ha inviato diffide all’azienda per adeguarsi alla diminuzione di scarti prodotti nel processo di compostaggio della FOU, tanto che lo scorso 6 dicembre Gesenu ha deciso il blocco dell’impianto, avvenuto peraltro –a suo avviso- senza che Ati2 e Comune di Perugia adottassero alcuna azione per l’adeguamento programmato dell’impianto stesso.
Anche in questo caso a rispondere è stato l’assessore Calabrese che ha tenuto a sottolineare come “il Comune di Perugia è parte lesa in questa vicenda –ha detto e, come ha già annunciato il Vicesindaco Barelli, ci costituiremo parte civile. Si cerca –ha precisato- con un eccesso di strumentalizzazione politica, di attribuire ad un’amministrazione responsabilità che non ci sono.”
L’assessore ha quindi ripercorso in maniera dettagliata le varie fasi della situazione, a partire dal 2014, precisando peraltro che “l’affidatario del servizio, ai sensi del contratto di servizio, è direttamente responsabile nei confronti dell’ATI2 e dei Comuni contraenti della gestione operativa dei servizi e anche degli impianti di trattamento, recupero e smaltimento finale. Spettano alla Regione, che si avvale dell’ARPA, il rilascio delle autorizzazioni in materia di impianti e le attività di controllo periodico sulla gestione dei rifiuti. L’ATI2, con riferimento all’attività dell’impianto di compostaggio di Pietramelina, ha assicurato il confronto con i soggetti impegnati nella gestione e nei controlli, facendo emergere criticità operative che sono state oggetto di approfondite istruttorie, atti e provvedimenti amministrativi.
Con nota in data 2/4/2014 –ha ricordato l’assessore Calabrese- l’ATI2 comunicava al gestore che dalle verifiche sui dati forniti dall’ARPA emergeva una significativa quantità di scarti prodotti dall’impianto di compostaggio di Pietramelina che venivano poi smaltiti nella discarica di Borgogiglione e richiedeva al medesimo gestore una relazione in merito idonea ad illustrare le eventuali problematiche ostative al puntuale rispetto di quanto previsto dalla pianificazione d’ambito.
In data 6/6/2014 si acquisiva la comunicazione dell’allora Assessore Regionale che, sulla base dell’analisi dei dati 2014, rilevava una quota di rifiuti organici a smaltimento ascrivibile ad una scarsa efficienza dell’impiantistica di servizio, con particolare riferimento all’impianto di Pietramelina ed invitava ad apportare i necessarie correttivi ed adeguamenti per migliorarne l’efficacia e l’efficienza.
L’attività di monitoraggio sviluppata dall’ATI2 è proseguita nei mesi successivi alla prima comunicazione.
Sono state trasmesse al gestore, a cura dell’ATI2, una pluralità di note che richiamavano la necessità di definire proposte operative da attuare per ottenere rapidamente il superamento delle criticità evidenziate.
In data 26/6/2014, in carenza di un’adeguata risposta del gestore alle reiterate richieste dell’ATI 2 e in presenza di dati che evidenziavano il permanere della criticità in ordine all’attività di recupero della frazione organica umida da raccolta differenziata, si è giunti alla formale diffida (emessa dall’ATI2) nei confronti della GEST s.r.l.
La GEST il 2/7/2014 ha dato risposta alla diffida dell’ATI 2 con una nota alla quale ha allegato una relazione illustrativa, indirizzata anche all’Assessore all’ambiente della Regione Umbria. In data 14/8/2014 l’ATI2 prendeva atto della proposta del gestore e segnalava al medesimo l’esigenza di garantire l’attuazione degli interventi sull’impianto finalizzati anche alla riduzione degli scarti e di assicurare un monitoraggio costante sulle matrici in ingresso.
L’ATI2 ha sollecitato il gestore con una pluralità di note, affinché lo stesso giungesse rapidamente alla definizione del progetto di revamping dell’impianto, all’interno delle procedure autorizzative già avviate.
In data 11/12/2015 l’Assemblea dei Sindaci si è riunita ed ha preso atto della relazione predisposta dal Direttore dell’ATI2 in cui sono state illustrate le criticità relative all’attuazione del progetto di revamping di Pietramelina, anche con riferimento alle conseguenze derivanti dalle misure interdittive antimafia adottate dalla Prefettura.
In data 23/3/2016 l’Assemblea dei Sindaci dell’ATI2 ha ascoltato i rappresentanti di GEST, i quali hanno rappresentato la possibilità, nelle more della realizzazione degli interventi di revamping, di una diversa organizzazione della gestione delle fasi di trattamento e recupero della frazione organica dei RSU.
Con riferimento al contributo regionale assegnato per la realizzazione dei lavori di Pietramelina, poi revocato dalla stessa Regione, si rileva che la questione è all’attenzione degli uffici dell’ATI2 per valutare eventuali iniziative atte a tutelare la gestione economica del servizio, fermo restando che l’iter autorizzatorio relativo al revamping di Pietramelina non risulta ancora concluso dall’ Autorità competente.
Con D.D. 9435 del 5/10/2016, essendo state rilevate, dal personale di ARPA e del Corpo forestale dello Stato, alcune inadempienze in ordine all’A.I.A. dell’impianto di compostaggio, la Regione ha diffidato la GESENU ad eliminare, entro 45 giorni, le irregolarità riscontrate in modo da gestire l’impianto secondo la configurazione autorizzata. Si chiedeva al gestore la presentazione di una relazione contenente valutazioni circa i quantitativi dei rifiuti in ingresso all’impianto e degli scarti prodotti, anche alla luce della necessità di aggiornare i valori attualmente autorizzati e di consentire alla stessa Regione la definizione di modalità gestionali in fase transitoria, in attesa della realizzazione del nuovo impianto ancora in fase di riesame dell’A.I.A.
Preso atto della diffida, l’ATI2, con note dell’11/10/2016 e del 6/12/2016, ha provveduto a richiamare il gestore, affinché fosse garantito il rispetto di quanto disposto con la diffida regionale, fermo restando le responsabilità dello stesso gestore ai sensi del contratto.
Con riferimento alle potenziali criticità discendenti dalla realizzazione dei lavori necessari al superamento della diffida, gli uffici dell’ATI2 hanno quotidianamente monitorato la situazione, affinché fosse garantita dal gestore la continuità del servizio.
Circa la raccolta di pannolini e pannoloni, nell’ambito del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani attivo in alcune aree del Comune di Perugia, la raccolta di pannolini e pannoloni prodotti dalle utenze domestiche, avveniva tramite conferimento nei contenitori dedicati alla Frazione Organica Umida. La suddetta modalità di raccolta ha evidenziato nel tempo diverse criticità legate alla scarsa compostabilità di tali prodotti che diventano, per la maggior parte, scarto primario del processo di compostaggio, peggiorando in modo notevole la qualità della Frazione Organica Umida raccolta e quindi la stessa attività dell’impianto di recupero.
Alla luce di quanto sopra ed a seguito di una specifica richiesta del Comune di Perugia, nei mesi scorsi la GEST s.r.l. ha valutato la possibilità di modificare le modalità di raccolta dei prodotti sanitari assorbenti, prevedendo che gli stessi vengano conferiti nei contenitori dedicati al secco residuo.
Tale modifica è stata sperimentata nella zona del Centro Storico in concomitanza con l’attivazione del progetto “Raccoglincentro,” e che prevede, tra l’altro, il conferimento dei prodotti sanitari assorbenti nel contenitore del secco residuo.
Le analisi merceologiche eseguite dal Gestore sulla frazione organica raccolta in Centro Storico, hanno evidenziato che tale nuova modalità di conferimento ha contribuito al miglioramento della qualità della stessa frazione organica, facendo registrare una notevole riduzione della percentuale di frazioni estranee, scesa al 5% rispetto al 15% del 2015.
Sulla base delle modalità di servizio attivate nelle diverse zone del territorio comunale, il conferimento dei prodotti sanitari assorbenti nei contenitori dedicati al secco residuo si è deciso che poteva essere effettuato, oltre che nella zona del Centro Storico, anche nelle aree interessate da un servizio di raccolta differenziata con modalità stradale e presso i grandi condomini.
Nelle zone interessate da un servizio di raccolta differenziata con modalità domiciliare TRIS, dove lo svuotamento dei contenitori per il secco residuo avviene con una frequenza mensile assolutamente non compatibile con tali rifiuti, è stato invece previsto un servizio di raccolta specifico, con l’attivazione di un servizio dedicato alla raccolta domiciliare degli stessi prodotti sanitari, con frequenza di svuotamento del rifiuto secco residuo di tipo mensile. E’ prevista la consegna, alle utenze che ne faranno richiesta, di un kit annuale da 160 sacchi in polietilene di colore beige e capienza litri 60, che dovranno essere utilizzati esclusivamente per la raccolta dei prodotti sanitari assorbenti e che con frequenza settimanale verranno ritirati dal Gestore del servizio presso l’utenza.
I prodotti sanitari assorbenti raccolti con il servizio domiciliare, in analogia con quelli conferiti nel secco residuo, vengono avviati a trattamento meccanico presso l’impianto di selezione di Ponte Rio.
Le nuove modalità di raccolta determinano un incremento delle quantità di rifiuto indifferenziato da trattare, compensata dalla riduzione dei costi di recupero.
Infine, il progetto ha previsto inoltre che la GEST s.r.l. avrebbe provveduto a sviluppare un’adeguata campagna di comunicazione finalizzata a fornire ai cittadini informazioni dettagliate sia in merito alle diverse modalità di conferimento di tali rifiuti nelle zone stradali, che in merito all’attivazione del servizio domiciliare nelle zone TRIS.
Calabrese ha infine annunciato che è stato chiesto da parte dell’ente -e confermato da Gesenu- che non sia il comune, e con esso i cittadini, a farsi carico di eventuali maggiori costi. “Intendiamo proseguire con il percorso virtuoso intrapreso, confermando, nel pieno rispetto della magistratura, che a rispondere della cattiva gestione di Gesenu non dovranno essere certo i cittadini. Questo –ha concluso Calabrese- è un tema sul quale la politica e l’amministrazione deve vigilare.”
Per la capogruppo Rosetti la relazione di Calabrese non fa altro che conferma quello che il M5S sostiene, ovvero che la diffida di aprile 2014 non ha avuto nessun seguito e non si è fatto mai niente per tutelare i cittadini che, invece, si sono trovati a pagare il disservizio, buttando via i loro soldi. “Solo la magistratura –ha detto Rosetti- potrà tutelare i cittadini e mi auguro che il filone di indagine vada fino in fondo, perché chi doveva controllare nell’ambito del Comune non ha controllato, né ora né prima.”
BORI CHIEDE INFORMAZIONI SUI LAVORI ALL’IMPIANTO SPORTIVO DEL SANTA GIULIANA. LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE PRISCO
Nell’interrogazione presentata, il consigliere PD Bori chiede all’amministrazione quale sia la volontà politica di procedere ai lavori di riqualificazione del Santa Giuliana, la tempistica per tutti gli atti e bandi conseguenti, il crono-programma di realizzazione per concludere l’opera in tempi certi al Santa Giuliana.
Di contro, volontà politica di procedere ai lavori, la tempistica per tutti gli atti e bandi conseguenti, il crono-programma di spostamento del campo di atletica leggera a Pian di Massiano.
“Nel 2104 –ha spiegato Bori- già erano disponibili 500 mila euro della Fondazione CariPg e 150mila sul bilancio del comune. Ad oggi, sono previsti lavori per 200 mila euro per la nuova illuminazione, 100mila per gli arredi della pista, altri 100mila per la sistemazione della curva nord e 150mila per la manutenzione straordinaria già coperti, mentre altri fondi sono legati agli oneri di urbanizzazione della Decathlon.”
La pista ormai è totalmente usurata, tanto che in alcune zone si vede chiaramente il cemento sottostante. Oltre a ciò la pedana per il salto in alto è impraticabile e nel 2014 è stata rimossa, poiché instabile, anche la gabbia che gli atleti utilizzavano per esercitarsi nei lanci del disco e del martello.
L’Assessore Prisco ha risposto che l’impianto di Santa Giuliana, collocato nello scenario particolare del centro storico, rappresenta un punto di riferimento per la città, motivo per cui va sicuramente recuperato e in tempi brevi. “Oggi –ha detto Prisco- l’impianto versa in condizioni di semi-impraticabilità sportiva per mancanza di manutenzione in passato, una situazione che è arrivata al culmine e necessita di un intervento non più rinviabile.”
La sfida lanciata dall’assessore è quella di dotare Perugia di impianti di livello nazionale, con il contributo fattivo di tutti, istituzioni, federazioni, Coni, associazioni sportive, che, fatte salve le risorse a disposizione possa vedere la luce a Pian di Massiano, dove sono concentrati già adesso altri impianti sportivi.
“Tuttavia –ha precisato ancora Prisco- ciò non significa dover svuotare il Santa Giuliana che invece rappresenta un punto fermo della città che è necessario riqualificare. Le risorse stanziate in passato –ha quindi spiegato- non sarebbero bastate per i lavori e peraltro, quelle del comune erano finanziate con alienazioni, che poi non si sono realizzate. Ci siamo invece adoperati per trovare risorse concrete come gli oneri accessori di Decathlon, che dovrebbero arrivare nei primi mesi di quest’anno, immaginando un progetto fattibile da realizzare entro quest’anno, con l’auspicio che si possa realizzare quanto prima anche un campo di atletica ulteriore a Pian di Massiano.
La risposta -secondo Bori- chiarisce una questione che interessa tutta la città, non solo il mondo sportivo. Obiettivo è avere un campo regolamentare a Pian di Massiano, ma è urgente riqualificare il Santa Giuliana riattivandola il prima possibile.
INTERROGAZIONE DEL CAPOGRUPPO PD SULLA SITUAZIONE DELLA RIPA DI PRETOLA E LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE CALABRESE
In località Pretola – ricorda Mencaroni – da aprile 2015 insiste una situazione di disagio dovuta alla chiusura di una parte della carreggiata della strada Ponte Valleceppi – Pretola a causa del rischio di caduta massi per le condizioni precarie della rete di contenimento.
Il tratto di strada a senso unico alternato risulta regolato da un impianto semaforico, in teoria temporaneo. La zona inibita al traffico risulta delimitata da una serie di barriere new jersey.
Il prolungarsi della chiusura temporanea della carreggiata –secondo il capogruppo pd – sta avendo un costo paragonabile a quello necessario per intervenire in modo risolutivo sulla Ripa di Pretola. “Gli interventi promessi dalla Giunta in occasione di incontri pubblici e sopralluoghi, come ad esempio la messa in sicurezza del guardrail tra la strada e la Ferrovia Centrale Umbra, la pulitura della zona da arbusti e la potatura degli alberi onde evitare situazioni di pericolo, non sono stati mai effettuati, tanto è vero che la situazione di pericolo permane”.
A fronte di ciò Mencaroni ha chiesto di sapere quali siano stati di costi di installazione, di esercizio e di manutenzione dell’impianto semaforico, della pedana e dei new jersey, nonchè quelli dell’intervento di manutenzione straordinaria e lo stato di avanzamento del progetto di sistemazione della Ripa di Pretola, in particolare sulla qualità degli interventi che verranno messi in campo, con una comparazione dei costi dell’intervento temporaneo rispetto alla ripulitura della rete di contenimento.
Mencaroni ha anche chiesto se si provvederà alla pulitura della Ripa di Pretola al fine di evitare che alberi ed arbusti possano creare rischi per gli utenti della strada e quali siano le tempistiche di riapertura della strada al fine di evitare che situazioni emergenziali e temporanee diventino definitive.
L’assessore Calabrese, rispondendo ai quesiti, ha fatto presente che il costo complessivo dell’intervento di messa in sicurezza eseguito ( new jersey, ripulitura alberature instabili e posizionamento dell’area semaforica) ammonta complessivamente ad € 45.000,00 IVA compresa circa.
Il progetto di sistemazione, che ancora non è stato redatto in quanto al momento non sono state reperire le risorse necessarie, prevede la rimozione dell’attuale rete, il disgaggio delle parti instabili la regolarizzazione della parete, il taglio della vegetazione ed il posizionamento di una rete in aderenza con il rinforzo corticale con funi in acciaio saldamente ancorate alla parete attraverso apposite chiodature. Le risorse economiche per l’esecuzione dei lavori sopra descritti sono state più volte richieste alla Regione, le ultime note sono del 28.04.2015 e del 01.03.2016, ma ad oggi non è stato dato alcun riscontro.
Per quanto attiene la comparazione tra i costi dell’intervento temporaneo rispetto alla sistemazione generale della scarpata, ha evidenziato che le spese di somma urgenza effettuate negli ultimi vent’anni per riparare alle emergenze sono state tali da sostenere il pagamento di un intervento strutturale definitivo. Intervento, ha precisato l’assessore, stimato intorno agli 800mila euro, per il quale sarebbe opportuno che la Regione trovasse le risorse visto che il suo bilancio ha altre capienze per consentire interventi di queste dimensioni.
Nella sua replica Mencaroni ha sottolineato l’impegno comune perché tutto quel versante che scende da Casaglia ha lo stesso problema. “Mi dico soddisfatto –ha sottolineato- della volontà di lavorare insieme, ma mi auguro che la soluzione possa essere trovata in tempi bravi perché la situazione di disagio permane da troppo tempo”.
ILLUMINAZIONE PUBBLICA NEL PARCHEGGIO DEL PARCO SANT’ANGELO: L’INTERROGAZIONE DEI CONSIGLIERI BORI E BISTOCCHI E LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE CALABRESE
“Adiacente a Porta Sant’Angelo –ha spiegato la consigliera Pd Bistocchi nel presentare l’interrogazione- c’è un parcheggio utilizzato dai residenti e dai turisti, così come dei ragazzi che alla sera arrivano in città che è uno dei pochi parcheggi gratuiti rimasti. Tuttavia i lampioni che ci sono non funzionano e il parcheggio non è illuminato, con conseguente percezione di insicurezza da parte di chi lo frequenta. Per questo si chiedono i motivi del disservizio e di provvedere al ripristino dei punti luce quanto prima.”
L’Assessore Calabrese ha riferito che la manutenzione straordinaria sui punti luce del parcheggio in oggetto è stata fatta, con un qualche miglioramento della situazione che tuttavia ha carenze strutturali. L’illuminazione di tutta la città è uno dei temi al centro dell’azione amministrativa in quanto diverse zone di Perugia presentano queste problematiche, risolvibili con la sostituzione dei punti luce che dovrebbe avvenire progressivamente nel breve periodo.
SITUAZIONE DELL’ASCENSORE PRESSO LA GALLERIA KENNEDY: L’INTERROGAZIONE DEL CAPOGRUPPO PD MENCARONI E LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE CALABRESE
Con la sua interrogazione il capogruppo Pd Mencaroni ha chiesto all’assessore Calabrese a che punto sono i lavori dell’ascensore della Galleria Kennedy, che –ha sottolineato- è rimasto attivo per circa 30 anni per essere chiuso nel 2015, in concomitanza con i lavori della Galleria, con gravi disagi per la città e per i turisti, sia per il traffico che per l’accesso al centro storico.
L’assessore Calabrese ha annunciato che i lavori sono terminati e che questa settimana gli impianti saranno collaudati. “Il cantiere della Kennedy è stato un cantiere nato male –ha detto- poco dopo l’affidamento della gara i lavori si sono fermati per problemi finanziari dell’azienda aggiudicatrice, per cui ci siamo trovati dover valutare se contestare l’aggiudicazione dell’appalto con allungamento dei tempi che avrebbero messo a rischio i finanziamenti ministeriali o proseguire. Alla fine, seppur con un ritardo imprevisto siamo arrivati al termine dei lavori e di questo ringrazio anche gli uffici che hanno lavorato con professionalità per trovare soluzioni importanti e concrete.
VACCINAZIONI OBBLIGATORIE PER L’ACCESSO ALLE SCUOLE: L’ASSESSORE WAGUE’ RISPONDE AL CONSIGLIERE PIETRELLI
Il consigliere pentastellato Pietrelli ha presentata lo scorso 3 gennaio un’interrogazione urgente per conoscere da parte dell’amministrazione quali siano stati i criteri di valutazione, legati al territorio comunale, che hanno portato alla scelta del metodo di “obbligatorietà” piuttosto che di “informazione e relazione” con i genitori, per sensibilizzare rispetto al tema “vaccinazione” e quali azioni si intendano intraprendere qualora non si esibisca il certificato di vaccinazione dei bambini delle scuole, in considerazione del fatto che comunque non è consentito dalla legge negare l’ingresso all’istruzione.
Pietrelli chiede anche di conoscere quali progetti o iniziative siano state avviate o si intendano attivare per un dialogo partecipato con le famiglie.
A rispondere all’interrogazione è stato l’Assessore Wagué che ha spiegato che c’è un percorso in itinere che si sta portando avanti in questi giorni con un confronto aperto, ma nessuna obbligatorietà della vaccinazione per l’ingresso a scuola.
“Siamo in stretto e continuo contatto con le autorità sanitarie per monitorare la situazione –ha detto Wagué, annunciando peraltro che “sarà fatta in consiglio un’audizione di esperti per avere maggiori elementi di valutazione rispetto alla discussione che è stata fatta in commissione sull’odg del consigliere Tracchegiani, peraltro già ricca di informazioni, che intende essere un atto di indirizzo per la giunta.”
Come ha ribadito il proponente nella replica, lo scopo dell’interrogazione urgente era quello di frenare un percorso che era partito troppo veloce e che rischiava di portarci fuori strada.
Sconfitta storica del centro dx alla Provincia, programmata scientificamente dai dirigenti del centro dx. Adesso gli stessi, puntano a riconsegnare anche Perugia alla sinistra/Nota stampa del capogruppo COR Camicia
L’accordo stretto tra PD e Forza Italia orientato prima a presentare una lista unica con il PD, poi a presentare una lista piena e un’altra dimezzata, ha dato i risultati previsti, si perché Forza Italia, Fratelli d ‘Italia e Lega nel presentare una lista dimezzata hanno dato un segnale chiaro e forte di sudditanza al PD.
Queste elezioni che dovevano vedere rappresentare tutti i territori della provincia, ed in particolare modo la Città capoluogo, escludono addirittura l’elettorato del centro dx nei territori dello spoletino, Todi, Bastia, Gubbio, lago ecc ecc . La vicenda ormai è chiara a tutti questi pseudo dirigenti Politici, i quali vogliono riconsegnare Perugia alla sinistra quanto prima puntando sicuramente ad una lista unica con il Pd.
Lo scrivente auspica che dopo questo vergognoso epilogo, qualcuno chieda scusa all’elettorato del centro dx , dimettendosi.