(NewTuscia) – VITERBO – Egr. Sindaci e Consiglieri, il 19 dicembre potrà essere presa una decisione irrevocabile a danno dei cittadini e del territorio.
Si tratta della possibile acquisizione di Talete da parte di ACEA.
Per discutere di come sia realmente possibile uscire da questo progetto e dalla società Talete il comitato Noi non ce la beviamo”indice una assemblea di sindaci e amministratori per il giorno 15 dicembre alle ore 16°° presso la sala conferenze della Provincia di Viterbo in via Saffi.
Nella provincia di Viterbo si è avviato un processo di privatizzazione della gestione del servizio idrico che il 19 dicembre p.v. avrà una sua importante scadenza.
La questione, forse, è chiara ai sindaci che hanno dato mandato al presidente della Talete di una ricerca del socio privato; molto meno lo è per i consiglieri comunali e per coloro che si rifiutano di cedere il servizio ad una società percepita , a ragione , come un “carrozzone” mal gestito che ha prodotto finora aumenti delle tariffe e disservizi per i cittadini.
Nonostante un referendum, che ha sancito l’obbligo della gestione pubblica e dei deliberati ,persino dell’ONU che ha dichiarato l’acqua “diritto umano universale fondamentale” impegnando tutti a compiere atti e azioni conseguenti, i governi nazionali, spinti e controllati dalle lobbies finanziarie e speculative,hanno operato per contrastare l’esito referendario .
In controtendenza nella regione Lazio, su proposta dei movimenti popolari è ,stata deliberata e votata ,all’unanimità , la legge n° 5 del 2014 che ,se applicata, riporterebbe il servizio idrico nel naturale ambito di comuni e/o consorzi di comuni come facenti parte di bacini idrici .già individuati.
Nel Lazio si può.
La giunta laziale, guidata da Zingaretti, però sceglie di disattendere la sua stessa legge e percorre la strada dei commissariamenti e delle discriminazioni. Il progetto è molto chiaro: l’ACEA ,soggetto privato , è indicato come aggregante e privatizzatore di tutte le gestioni laziali e del centro-Italia per favorire la grande speculazione delle multinazionali dell’acqua già abbondantemente presenti.
Questo avviene quando non solo la gestione idrica è stata stralciata dal cosiddetto decreto Madia ma anche quando lo stesso è stato giudicato anticostituzionale e molti sindaci, come nel frusinate, chiedono l’uscita da ACEA pessimo gestore.
“Si scrive acqua e si legge democrazia”.
Vi aspettiamo il 15/12 presso Sala della Provincia di Viterbo alle ore 16,00.”
Viterbo 11 dicembre 2016
Il comitato
Noi non ce la beviamo