(NewTuscia) – AMPOSTA (SPAGNA) – Archiviata l’inchiesta penale dell’incidente che è costato, in Spagna, il 20 marzo scorso, la vita a 13 studentesse in terra iberica per il progetto Erasmus.strage-bus-erasmus-spagna

La notizia, che ha dell’incredibile, giunge come una mannaia sulle famiglie, tra cui quella della viterbese Elisa Scarascia Mugnozza, che hanno incaricato in Spagna l’avvocato Christian Maiolo di curare i propri interessi sulle vicenda giudiziaria. Il giudice spagnolo Gloria Granell Rul, come si evince dall’articolo sul Corriere di Andrea Pasqualetto, ha archiviato perché Viste le risultanze delle investigazioni non si ravvisa una responsabilità così grave da essere punita penalmente”, il che, in altre parole, significa che la causa diventa di matrice civile e non più penale.

Unico indagato era l’autista dell’autobus, che dal giudice spagnolo non è stato giudicato direttamente responsabile dell’incidente in relazione alle considerazioni generali che, come si legge ancora nell’articolo di oggi del Corriere, hanno portato il giudice a escludere “il malore improvviso, l’eccesso di velocità o qualche distrazione del conducente, un cellulare o altro”.

Non che non ci siano responsabilità del conducente, ma non così gravi, secondo il giudice, da agire in sede penale. Gli atti riportano anche l’esito delle analisi del sangue sull’uomo, forse colto da un colpo di sonno, che escludono che questi guidasse in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe.

L’ulteriore beffa è la diminuzione del 25% del risarcimento del danno alle famiglie delle 13 giovani vittime (di cui 7 italiane) perché le ragazze, al momento dell’incidente, non avrebbero indossato le cinture di sicurezza.

I genitori delle ragazze non si arrendono e hanno chiesto l’intervento addirittura dell’Unione Europea e ricorreranno contro questa decisione. A Viterbo daranno battaglia i familiari di Elisa Scarascia Mugnozza che, dopo tanto dolore, chiedono giustizia.