(NewTuscia) – PERUGIA – Discussa già nella seduta del Consiglio comunale dello scorso 24 ottobre, è stata oggi approvata dall’assemblea la modifica del regolamento per la toponomastica cittadina.

Presentata dal capogruppo Cor Carmine Camicia, la modifica riguarda, in particolare, la specificazione del ruolo degli esperti esterni quali consulenti della commissione, senza diritto di voto (Art.5 – Composizione della Commissione), il riconoscimento del gettone di presenza ai membri interni ed esterni secondo le normative nazionali (Art. 11) e il miglioramento della visiPerugia di nottebilità delle targhe apposte sulle rotatorie, senza ulteriori elementi di confusione rispetto alla denominazione attribuita (Art. 16).

Si è proceduto alla votazione delle singole modifiche, articolo per articolo, come previsto dal regolamento

La modifica relativa all’Art.5 è stata approvata con 15 voti favorevoli, 10 contrari e 1 astenuti; quella dell’art. 11 è stata anch’essa approvata con 15 voti a favore, 2 contrari e 7 astensioni. Infine, con 18 voti a favore, nessun contrari e 7 astenuti è stata approvata l’ultima modifica proposta, relativa all’art. 16.

 

CONSIGLIO COMUNALE/SERVIZI EDUCATIVI E ALLINFANZIA: RESPINTE LE TRE PROPOSTE DEI CONSIGLIERI PD E SR SU PROGETTO 0-6 POLI PER LINFANZIA, SERVIZIO DI REFEZIONE SCOLASTICA E LAPERTURA DI UNA NUOVA FASE DEI SERVIZI EDUCATIVI E ALLINFANZIA.

RINVIATA ALLA PROSSIMA SEDUTA LA DISCUSSIONE DELLODG DELLA CAPOGRUPPO M5S ROSETTI SUI MEDESIMI TEMI

Il consiglio comunale ha oggi discusso e votato tre dei quattro ordini del giorno inerenti i servizi educativi e all’infanzia, che sono l’esito del consiglio grande del 18 maggio scorso, i primi presentati dai consiglieri Pd e Sr e l’ultimo (non discusso) dal Movimento 5 Stelle.

In apertura dei lavori il consigliere Bori, sottolineando la necessità, a suo avviso, della presenza del Sindaco in aula per capire quale sia la linea dell’amministrazione sulle questioni in discussione, ha proceduto alla presentazione del primo odg relativo all’adozione del progetto 0-6 e dei poli per l’infanzia, sottoscritto dai consiglieri Bori, Bistocchi, Mencaroni e Vezzosi.

“Siamo oggi in attesa del decreto legislativo con cui il governo, per delega del Parlamento (legge 107/2015, art. 1, comma 181, lettera e), istituirà il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni –ha spiegato Bori- riconoscendo a tutti i segmenti del percorso la valenza educativa, pur nella loro diversità.”

 

I servizi 0-6 attualmente sono diffusi in modo diseguale e hanno un profilo istituzionale ancora incerto. A tutti i livelli nazionale e regionale la diffusione dei servizi 3-5 anni è più che doppia rispetto a quella dei servizi 0-2 anni.

Inoltre, i dati sulla diffusione dei servizi sembrano essere esposti agli effetti della crisi economica. Questo è confermato nei dati internazionali relativi all’incremento dei livelli di povertà relativa dei bambini nei cosiddetti Paesi ricchi e allo stallo nello sviluppo dei servizi educativi, prescolari, mentre a livello italiano sono stati da tempo rilevati l’incremento del numero di rinunce e dimissioni dalla frequenza al nido da parte di famiglie con difficoltà nel pagamento della retta.

Dal punto di vista del loro profilo istituzionale, i servizi 3-5 anni sono riconosciuti come servizi educativi e come tali orientati a una relazione con la scuola primaria, mentre i servizi 0-2 anni sono tuttora servizi a domanda individuale e la loro identità li vede ancora in bilico fra l’educativo e il socio-assistenziale.

Educatori e insegnanti hanno formazione diversa e l’aggiornamento non sempre è garantito e tranne poche buone prassi, non esiste una programmazione integrata dell’offerta 0-6 e sono ancora molti i problemi di accessibilità dei servizi.

Da questo decreto ci si aspetta, dunque, un preciso impegno finanziario e organizzativo per l’estensione dei servizi educativi e la generalizzazione della scuola dell’infanzia, superando gli squilibri territoriali esistenti; una definizione di precisi standard organizzativi, strutturali e qualitativi per tutti i luoghi educativi, secondo l’età dei bambini accolti; le basi per una maggiore coerenza e raccordo tra i diversi luoghi educativi all’interno del sistema integrato.

A livello nazionale sarà necessario chiarire e integrare il profilo istituzionale dei servizi: l’esclusione dei nidi dai servizi a domanda individuale e l’incardinamento dell’intero settore 0/6 nel Ministero dell’Istruzione richiede di essere realizzato riconoscendo la specificità dello 0/6 e contrastando che il prescolare  registri scarsa attenzione rispetto agli altri ordini di scuola. Sarà inoltre necessario trasformare da straordinari a strutturali i piani di sviluppo dei servizi.

A livello regionale sarà necessario rafforzare le funzioni di coordinamento pedagogico zonale, allargandolo allo 0-6 ma anche rilanciare la prospettiva degli accordi inter-istituzionali. Il quadro diversificato degli attori protagonisti del sistema dell’offerta 0-6 e la mancanza di contesti per il coordinamento delle diverse iniziative rende necessario un investimento che parta dal coinvolgimento dei livelli politico-istituzionali di rappresentanza. Promuovere la programmazione integrata della rete dell’offerta 0-6 e rilanciare la prospettiva della continuità attraverso la realizzazione di programmi di formazione integrati per educatori dei nidi e insegnanti della scuola dell’infanzia, rappresentano due importanti obiettivi.

Si chiede, pertanto, all’Amministrazione di voler adottare quanto previsto dalla legge 107/2015, nell’ottica di un rilancio del servizio:

1)  istituzione del sistema integrato  di  educazione  e di istruzione dalla nascita fino a sei anni, costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole  dell’infanzia, al fine di garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e  culturali, nonché ai fini della conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori, della promozione della qualità dell’offerta educativa  e della continuità tra i vari servizi educativi e scolastici e la partecipazione delle famiglie, attraverso:

1) la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni della scuola dell’infanzia e dei  servizi educativi per l’infanzia previsti dal Nomenclatore interregionale degli  interventi e dei servizi sociali, sentita la Conferenza unificata di cui  all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281, e  successive modificazioni, prevedendo:

1.1) la generalizzazione della scuola dell’infanzia;

1.2) la qualificazione universitaria e la formazione continua del personale dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia;

1.3) gli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi educativi per  l’infanzia e della scuola dell’infanzia, diversificati in base alla tipologia, all’età dei  bambini e agli orari di servizio, prevedendo tempi di compresenza del personale  dei servizi educativi per l’infanzia e dei docenti di scuola dell’infanzia, nonché il coordinamento pedagogico territoriale e  il riferimento alle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, adottate con il regolamento di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 16 novembre 2012, n. 254;

2) la definizione delle funzioni e dei compiti delle regioni e degli enti locali al fine di potenziare la ricettività dei servizi educativi per l’infanzia e la qualificazione del sistema integrato di cui alla presente lettera;

3) l’esclusione dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia dai servizi a domanda individuale;

4) l’istituzione di una quota capitaria per il raggiungimento dei livelli essenziali, prevedendo il cofinanziamento dei costi di gestione, da parte dello Stato con trasferimenti  diretti  o con la gestione diretta delle scuole dell’infanzia e da parte delle  regioni e degli enti locali al netto delle entrate da compartecipazione delle famiglie utenti del servizio;

5) l’approvazione e il finanziamento di un piano di azione nazionale per la  promozione del sistema integrato di cui alla presente lettera, finalizzato al   raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni;

6) la copertura dei posti della scuola dell’infanzia per l’attuazione del piano di azione  nazionale per la promozione del sistema integrato anche avvalendosi della graduatoria a esaurimento per il medesimo grado di istruzione come risultante  alla data di entrata in vigore della presente legge;

7) la promozione della costituzione di poli per l’infanzia  per bambini di età fino a sei anni, anche aggregati a scuole primarie  e istituti comprensivi;

8) l’istituzione, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, di un’apposita  commissione con compiti consultivi e propositivi, composta da   esperti nominati  dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, dalle  regioni  e dagli enti locali.

 

Di fronte all’iniziale assenza di interventi dei consiglieri, il capogruppo Pd Mencaroni ha chiesto che prendesse la parola l’assessore Wagué, dicendosi stupito del fatto che da parte della maggioranza non vi sia la volontà di chiarimenti.

L’assessore Wagué in risposta ha chiesto il parere del segretario generale visto che si tratta di una legge delega che non sarà attuata finché non avrà la copertura finanziaria. “Siamo in attesa -ha precisato l’assessore- di avere tutti gli elementi a livello nazionale sul percorso di questa legge, prima di poter discuterla, data l’importanza e la complessità dell’argomento.”

Dopo la conferma da parte del Segretario Generale che la legge delega è solo un atto di indirizzo finché non trova copertura, il capogruppo dei SR Arcudi ha sottolineato, ancora una volta, il peggioramento del servizio educativo e all’infanzia nel comune.

“I temi sono tanti -ha detto Arcudi, richiamando il consiglio ad un percorso comune- l’unica certezza è il peggioramento che c’è stato e che ci costerà molto, oggi e per il futuro. Il nostro è un voler ulteriormente sottolineare il problema dopo il consiglio grande che ci ha dato un forte segnale e un’altrettanto forte occasione di riflessione.”

Analogo intervento da parte di Bori che ha parlato di latitanza della maggioranza di fronte ad argomenti di tale importanza, anticipando che sul concorso delle educatrici hanno presentato richiesta di attivazione alla V Commissione Controllo e Garanzia.

Il capogruppo Cor Camicia ha ribadito che la maggioranza non è insensibile alle tematiche né assente, ma ha anche sottolineato che la maggioranza di oggi si è trovata ad affrontare una “giungla” nell’ambito dei servizi educativi, creata dai danni fatti dalle precedenti amministrazioni, che hanno “distrutto questa città, lasciandoci in mano macerie in molti settori”. Stiamo cercando di recuperare risorse -ha detto Camicia- quelle che la vecchia maggioranza ha sprecato e con cui oggi ci troviamo a dover fare i conti per dare risposte alla città.”

Al termine l’atto è stato respinto con 7 voti a favore, 13 contrari e 6 astensioni.

 

Il secondo odg –respinto con 8 voti a favore, 13 contrari e 3 astenuti- è relativo al miglioramento e sviluppo del servizio di refezione scolastica nel Comune di Perugia ed è stato presentato dai consiglieri Bori, Bistocchi, Mencaroni e Vezzosi.

L’atto chiede, in particolare, all’Amministrazione di adottare nel nuovo bando alcune proposte che nascono –si legge- del costante e continuo confronto all’interno del Coordinamento delle Associazioni dei genitori e dei Comitati per le mense e si pongono nel solco del dialogo di recente tracciato con l’Amministrazione comunale, costituendo una sintesi partecipata e condivisa degli elementi più significativi alla base del futuro sviluppo e miglioramento del servizio di refezione scolastica.

“Con questo pacchetto corposo di proposte -ha sintetizzato Bori nel presentare l’atto- si va a guardare la qualità del cibo, si fa un’analisi interessante sulle attività extrascolastiche, dopo che l’annullamento dei risparmi dei comitati dei genitori ha comportato il fatto che l’80 % dei bambini non riescono più ad accedere alle attività extracurriculari, con un danno importante alla comunità. Altro tema -ha proseguito- è la sostenibilità ambientale del servizio e la formazione del personale, nonchè il ruolo che dovrebbero avere i comitati mensa. nello svolgimento del servizio stesso. Infine, sottolineo la necessità dei controlli e delle relative sanzioni se necessarie, che se fossero stati fatti in tempo, avrebbero impedito di arrivare a questo punto.”

 

Nel dettaglio, le proposte riguardano:

  • l’inserimento nel nuovo bando della previsione che “le derrate richieste per la preparazione dei pasti dovranno provenire interamente (cioè tutta la filiera produttiva) da allevamenti e/o coltivazioni nazionali, ad eccezione dei prodotti del mercato equo solidale” e che “tutti gli alimenti devono rispondere alle vigenti leggi e non contenere coloranti artificiali o naturalsimili, conservanti, aromatizzanti ed esaltatori di sapidità (glutammato monosodico).

Si chiede, inoltre che i vari prodotti (da forno freschi e confezionati, paste alimentari, carni e salumi, latte e derivati, uova, pesce, condimenti, frutta, verdure e confetture) rispettino requisiti di base, quali la provenienza da agricoltura biologica, OGM free, l’assenza di conservanti e grassi idrogenati, e che siano rispettate le norme vigenti in materia di confezionamento, etichettatura, trasporto e sanitarie.

Per l’acqua di rubinetto si chiede che sia utilizzata laddove siano rispettati i valori di cui al DM 10/2/2015 per le acque minerali naturali. In caso di valori superiori alla norma (es. nitrati superiori a 10 mg/L), si chiede di proseguire con la distribuzione di acqua minerale naturale in bottiglie di vetro. Si chiede comunque che vengano effettuati controlli periodici almeno due volte all’anno (estate e inverno), a carico dell’aggiudicataria o del Comune (per le scuole comunali), al fine di rivalutare lo stato dell’arte.

  • Con riguardo ai criteri di attribuzione dei punteggi e sub punteggi, si chiede che onde evitare la commistione tra requisiti soggettivi e requisiti oggettivi vietata dalla giurisprudenza sia comunitaria sia nazionale, sia specificato che le ulteriori certificazioni di qualità debbano avere attinenza con il servizio, in modo tale che possano apportare migliorie concrete. Le Associazioni e i Comitati chiedono – si legge nell’atto- di specificare la definizione di km zero, prevedendo espressamente che per km zero si intenda il prodotto richiesto la cui intera filiera produttiva sia riconducibile a zone poste ad una distanza massima di 50 km dal Comune di Perugia e nell’ambito regionale; di assegnare il punteggio in base alla distanza dal luogo di produzione e non di distribuzione: 1) da 0 a 50 km, anche se fuori regione; 2) oltre i 50 km, ma entro il confine regionale. Nessun punteggio se fuori regione oltre i 50 km; di specificare il sub-punteggio da assegnare singolarmente anche agli ulteriori sub-criteri dei prodotti DOP, IGP e STG; di specificare quali siano eventuali altre connotazioni locali o di qualità e quale sub-punteggio viene assegnato. Inoltre, si chiede che venga attribuito punteggio per la presentazione delle certificazioni dei propri fornitori sulla sicurezza e qualità alimentare, relativamente ai prodotti, ai processi ed alla rintracciabilità dell’intera filiera.
  • Quanto al Personale, si ritiene che per superare le criticità inerenti il personale addetto allo scodellamento e rilevate anche dalla ASL, si renda indispensabile un aumento degli operatori adeguatamente formati, sia sulle modalità di comportamento con l’utenza (bambini prima di tutto) e di presentazione dei piatti sia sulle procedure di pulizia, sanificazione e disinfezione.

Ciò per consentire che anche le merende possano essere consumate in refettorio (non in classe) e di garantire la corretta sanificazione dei locali nel loro complesso, ivi inclusi i pavimenti, da parte degli operatori dell’impresa aggiudicataria.

  • Un’attenzione particolare dovrà essere garantita anche per la sostenibilità ambientale, con l’eliminazione delle stoviglie in plastica e/o melammina e/o altro materiale (ad es. mater bi), riutilizzabili o monouso e l’introduzione, invece, delle stoviglie in ceramica e delle posate in acciaio in tutte le scuole; la raccolta differenziata, anche per una corretta azione educativa; la diminuzione degli sprechi, con progetti di recupero del cibo non consumato.
  • Il rapporto con l’utenza deve essere curato e migliorato attraverso, per esempio, la partecipazione dei genitori alle scelte; la massima trasparenza e comunicazione in senso ampio, rendendo accessibili tramite portale on-line atti e documenti, tra cui il Manuale di Autocontrollo, i fornitori, la marca e il tipo delle derrate alimentari e la tracciabilità della filiera fino al produttore, incluso il lotto di produzione. Questi ultimi anche tramite applicazione per smartphone; l’inserimento di una clausola contrattuale ad hoc che consenta ai bambini la consumazione del pasto da casa, negli stessi locali degli altri bambini, senza discriminazioni di sorta e che obblighi altresì l’impresa aggiudicataria ad effettuare le necessarie e ordinarie operazioni di pulizia e sanificazione, con oneri e costi a proprio carico.

Sul piano della comunicazione, si chiede che l’utenza sia costantemente informata sul servizio e sul suo andamento. Sul piano della partecipazione, occorre riconoscere formalmente l’istituzione delle commissioni mensa, il loro ruolo nel contribuire a migliorare il servizio e l’istituzionalizzazione del tavolo paritetico.

Ad ulteriore garanzia di quanto sopra, si rende indispensabile prevedere la “Carta della qualità dei servizi” che, redatta mediante la convocazione delle associazioni dei consumatori e delle Associazioni e dei Comitati dei genitori per le mense, dovrà avere ad oggetto gli standard del servizio, fino a ricomprendere le modalità di accesso alle informazioni, le modalità per proporre reclami o segnalazioni, incluse le indagini di gradimento della qualità dei cibi, modalità per richieste di rimborso e indennizzo. Tali modalità dovranno essere accessibili senza restrizioni sia dal sito dell’aggiudicataria sia dal sito del Comune.

  • Altre proposte riguardano i controlli, per i quali si chiede che venga introdotto un sistema telematico di rilevazione delle presenze in modo da avere un riscontro oggettivo con il numero dei pasti erogato, che sia sempre e prontamente verificabile; che i controlli effettuati da parte dei genitori siano equiparati a quelli svolti dal Comune, anche sulla base delle schede condivise e concordate; che vengano intensificati i controlli svolti dall’amministrazione comunale e dalla ASL, in qualsiasi momento, senza preavviso e con qualunque modalità ritenuta idonea, per verificare la rispondenza del servizio fornito alle prescrizioni di gara e contrattuali; che l’impresa predisponga e renda disponibile una procedura di qualificazione dei fornitori e di un elenco dei fornitori omologati, che vengano quanto più possibile concordati con i genitori, il cui parere deve comunque essere richiesto da parte dell’impresa al fine di predisporre un albo dei fornitori condiviso. I risultati di tali dovranno essere resi pubblici, presentati e discussi in sede di Tavolo Paritetico e potranno dar luogo ad azioni correttive;

Altre proposte riguardano, ancora, il sistema sanzionatorio, i contributi economici alla didattica, per cui si chiede di inserire una clausola che consenta di vincolare il risparmio che il Comune dovesse ottenere a seguito del ribasso proposto con l’offerta economica, affinché venga devoluto a tutte le scuole a titolo di contributo alla didattica ovvero venga vincolato per migliorie al servizio (ad es. acquisto delle lavastoviglie per eliminare completamente la stoviglieria usa e getta). E, infine, la sicurezza la riqualificazione degli edifici.

 

Ad aprire il dibattito sull’atto è stato il capogruppo Pd Mencaroni, che ha ribadito come non sia opportuno vedere tutto ciò che riguarda i servizi educativi solo in termini economici e di sprechi, laddove, invece, le proposte che sono state fatte intendono portare ad un miglioramento generale del servizio anche in termini di risparmio ed efficienza.

Per la capogruppo M5S Rosetti si tratta di un atto molto complesso, di cui il consiglio dovrebbe essere grato al comitato dei genitori che hanno messo la loro esperienza a disposizione per il miglioramento del servizio. “E’ una forma di cittadinanza attiva significativa e da apprezzare -ha detto- che di fatto è il risultato di un lavoro che le associazioni hanno portato avanti da tempo, monitorando la situazione, anche con il coinvolgimento del tavolo paritetico. Auspico -ha concluso- che si lavori ad un modello che funzioni sempre indipendentemente dalle singole amministrazioni. Non si deve pensare solo all’aspetto economico e al risparmio perché si tratterebbe di una politica miope. I servizi all’infanzia sono un servizio sociale verso i bambini, che sono un soggetto di diritto a tutti gli effetti.” Ha invitato quindi l’amministrazione a cambiare rotta e a fare una riflessione, affrontando a 360° la tematica per costruire una politica complessiva per il futuro.

A chiudere il dibattito il consigliere di Forza Italia Piero Sorcini, che ha precisato di condividere l’intervento della Rosetti, perché apre un confronto concreto e serio e di non accettare, invece, gli insulti gratuiti e strumentali pervenuti dai banchi del Pd verso il Sindaco e i consiglieri di maggioranza. “Ci sono state molte occasioni di confronto anche in commissione -ha detto Sorcini- un confronto talvolta anche duro tra consiglieri che si sono sempre impegnati e non appiattiti sul sistema. Ci sono gli estremi per migliorare insieme, soprattutto con i genitori, modulando le risorse e dando priorità alla problematica -ha detto invitando Wagué  ad aprirsi ancora di più al confronto verso quelle azioni che non siano strumentali ma costruttive-  ma rivendico l’attenzione e l’impegno della maggioranza stessa e del Sindaco sulle tematiche”.

 

Il terzo odg, che riguarda l’apertura di una fase nuova dei servizi educativi all’infanzia ed è stato sottoscritto da tutti i consiglieri di PD e SR, è stato respinto con 10 voti favorevoli e 14 contrari.

In questo atto si chiede al Sindaco di “ritirare le deleghe dell’Assessore Waguè, in quanto nominato come esterno e non eletto in Consiglio Comunale dai cittadini, ma scelto direttamente dal Sindaco, a seguito di questo quadro disastroso che si è delineato in questi due anni  e a causa del netto arretramento dei servizi educativi  e all’ infanzia della nostra città ”.

Nell’atto si ricorda che a luglio scorso a Perugia sono stati effettuati alcuni controlli dai Carabinieri dei Nas nelle mense scolastiche e nei punti cottura delle scuole primarie.

“La gestione dei servizi educativi e all’infanzia da parte di questa amministrazione è a dir poco fallimentare –ha sostenuto Mencaroni nella presentazione dell’atto- visto che ha determinato la chiusura degli asili, il licenziamento delle precarie, l’esternalizzazione delle mense. E’ necessaria, dunque, l’apertura di una fase nuova con interlocutori credibili e seri. La città di Perugia è stata sempre caratterizzata da un modello educativo e scolastico, nidi e materne assolutamente all’avanguardia ed innovativo. Ora il futuro della nostra città dipende in maniera fondamentale dell’educazione e dalla formazione che riusciamo a fornire ai nostri bambini che saranno le perugine ed i perugini di domani.

“La rottura di uno storico rapporto di condivisione tra il Comune di Perugia ed i genitori dei bambini –ha proseguito Mencaroni- è un enorme danno che si produce rispetto alla programmazione  formativa ed educativa dei nostri bambini e dei futuri cittadini di Perugia.

Considerare i genitori, non come partner, ma come controparte è infatti il primo problema che avevamo da sempre sottolineato rispetto ad un nuovo modello di ristorazione nelle scuole che ha prodotto  evidenti e gravi peggioramenti rispetto agli anni passati, senza neanche il risparmio che si era auspicato.”

Altro tema affrontato, la situazione delle educatrici a tempo determinato che, secondo i proponenti è totalmente fuori controllo e la chiusura dell’ asilo di Collestrada, determinata a loro avviso da un clamoroso deficit di programmazione e presa senza nessuna condivisione delle scelte con la popolazione di Collestrada.

“Spaventa –sostengono i proponenti Menarono e Bori- la modalità di intervento che è stata reiterata a partire dalla vicenda dei comitati mensa, passando per la vicenda del licenziamento delle educatrici degli asili nido o delle precarie che per la prima volta rischiano il lavoro, fino ad arrivare ai nostri giorni con la questione del nido di Collestrada che chiude definitivamente i battenti. L’assenza di dialogo con le parti interessate è stata accompagnata da decisioni prese quasi di nascosto e da una volontà di proseguire per la propria strada senza voler ascoltare le voci, i consigli, le necessità, i bisogni degli utenti e degli operatori.”

“Si tende -ha detto Bori in conclusione- a considerare questo servizio solo un costo arrecando un danno alle famiglie, alle donne che lavorano, creando divisioni tra quelle famiglie che possono permettersi servizi provati e chi non ha questa possibilità che è costretto a tornare indietro di 50 anni, quando le madri dovevo restare a casa ad accudire la famiglia. E’ necessaria una nuova fase.”

Nel dibattito, il consigliere di Forza Italia Tracchegiani ha ricordato all’opposizione che è dal 2001 che le vecchie amministrazioni hanno esternalizzato tutti i servizi dell’ente, ribadendo come la gestione degli acquisti da parte dei genitori non sia più possibile.

Il capogruppo SR Arcudi ha ricordato, dal canto suo, come il giudizio negativo rispetto alla gestione dei servizi educativi si percepisca chiaramente in città e come sia indubbio che le scelte fatte si siano rivelate fallimentari. “Non dobbiamo difendere l’indifendibile -ha concluso Arcudi, sottolineando come a suo avviso la vera questione sia proprio legata alla presenza dei comitati mensa nella gestione del servizio.” Per Arcudi ci sono state troppe promesse non mantenute come la riapertura dell’asilo di Collestrada che era stato detto sarebbe stato riaperto a settembre, o la gestione dei concorsi per le educatrici, la cui gestione è stata dilettantistica.

Ha preso, quindi, la parola il capogruppo di Progetto Perugia Rinasce Otello Numerini, per precisare che se da un lato è vero che ci sia l’esigenza del risparmio anche nella gestione dei servizi educativi, dall’altro, sono molteplici le raccomandazioni all’ente a trovare nuovi modi di gestione che pur garantendo la qualità del servizio efficientino le spese. “Le esternalizzazioni in questo settore vanno avanti dal 2007 -ha detto- così come le multe dei Nas, già ricevute anche nella gestione delle mense dalle precedenti amministrazioni. Altra considerazione è relativa alla chiusura di Collestrada -ha spiegato Numerini- che in realtà non è stata chiusa ma trasferita a Balanzano e a Ponte San Giovanni, con una razionalizzazione degli spazi, come già aveva fatto, nel 2012 la giunta Boccali con la scuola elementare di Pianello che fu trasferita a Ripa.”

Numerini ha anche ricordato che già nel 2007 fu iniziata una ricognizione dell’edilizia scolastica che avrebbe richiesto 6 milioni di spesa per l’adeguamento dei plessi per cui però sono stati spesi solo 1.400 euro non per mancata volontà ma per impossibilità e ha sottolineato come Collestrada sia stata lasciata in queste condizioni dal 2002.

Per la consigliera Rosetti ciò che non è condivisibile è il metodo unilaterale dell’amministrazione, la mancanza di confronto, che, invece, su tematiche di tale importanza per la città sarebbe doveroso.

Per il consigliere forzista Sorcini prima di qualsiasi altra discussione si dovrebbe procedere ad una razionalizzazione degli edifici scolastici: “Non è possibile avere 112 edifici scolastici comunali e 27 provinciali solo a Perugia, ai quali poi si vanno ad aggiungere a quelli nel resto della provincia -ha spiegato, ribadendo una posizione già più volte sostenuta- perché non ce lo possiamo più permettere, dobbiamo iniziare a pensare ad una razionalizzazione per trovare ai problemi una soluzione vera e duratura.”

Al termine, è intervenuto anche l’assessore Wagué, che ha rivendicato l’avvio di un percorso coraggioso, indirizzato al cambiamento, in cui si sta studiando in che forma i genitori  possano essere protagonisti, percorso realizzato con un lavoro di squadra da tutta la giunta.

L’assessore ha quindi parlato di ostilità al cambiamento da parte della sinistra, secondo un sistema vecchio e superato, suscitando gli applausi della maggioranza e la richiesta di censura da parte della sinistra.

 

Rinviata, infine, alla prossima seduta dell’Assemblea la discussione e la relativa votazione dell’ordine del giorno, anch’esso relativo ai servizi educativi e all’infanzia, presentato dalla capogruppo M5S Rosetti.

 

approvata modifica regolamento comunale della toponomastica cittadina, che renderà agile e snelle  le varie fasi burocratiche della commissione, allineando Perugia al resto d’Europa/nota stampa del consigliere Camicia

Il Consiglio Comunale, in data odierna, ha approvato le proposte del sottoscritto che modificano sostanzialmente la Toponomastica a Perugia.

Modifica art.11

prevede la diminuzione del gettone di presenza dei 5 consulenti esterni esperti, e dei Consiglieri Comunali  da euro 116,00 a euro 30,00;

Modifica art 5

gli esperti  esterni diventeranno consulenti, senza diritto al voto;

Modifica art.16 

Targhe stradali nuova modalità di attuazione

Con questa modifica le targhe dovranno essere poste in opera nel punto di migliore visibilità. Per quanto riguarda le rotatorie, dovrà essere apposta una targa nell’isola centrale, in corrispondenza di ogni intersezione stradale e non dovranno essere aggiunti altri elementi che possono confondere la denominazione attribuita.

In sintesi, con queste nuove norme statutarie Perugia si allinea alle altre città, ricordando che, grazie alle riforme già proposte, da poco dallo scrivente siamo riusciti ad intitolare strade con tempistiche da record. Infatti, in precedenza per intitolare una strada l’iter richiedeva circa sei anni, oggi bastano a sei mesi.