(NewTuscia) – VITERBO – L’impegno per la Trasversale e più in generale per i trasporti. L’aver affrontato e risolto il problema dell’arsenico nelle acque. Atti concreti per favorire lo sviluppo del termalismo. Senza dimenticare gli interventi su altri fronti – come ad esempio lo stanziamento di 1 milione e 300mila euro per il teatro dell’Unione – sono stati questi per Enrico Panunzi i temi su quali la Regione ha concentrato il suo lavoro per Viterbo e più in generale per la Tuscia. Il consigliere regionale è intervenuto all’incontro

Il consigliere regionale Enrico Panunzi
che si è svolto ieri presso la ex chiesa degli Almadiani e al quale era presente anche il sindaco Leonardo Michelini.
“In pochi credevano al completamento della Trasversale – ha spiegato Panunzi – un’opera progettata negli anni Settanta. Come ormai è noto, sono partiti i lavori sul tratto Cinelli-Monteromano mentre per l’ultimo tratto sono disponibili 485 milioni dal Patto per il Lazio firmato da Zingaretti e Renzi. Il ministero dell’Ambiente ha chiesto dei chiarimenti all’Anas che li sta fornendo, siamo di fronte ad un’opera di interesse sovranazionale. Non è un caso se proprio al completamento della Trasversale va la maggior parte dei finanziamenti del Patto per il Lazio. Su questo tema ricordo come, nelle settimane del dibattito su quale fosse il tracciato migliore, spesso sono stato il solo a portare avanti una linea chiara, che è quella del completamento. Ma non c’è solo la Trasversale: investiremo oltre 154 milioni di euro per la ferrovia Roma Nord, per la quale è previsto il raddoppio del binario fino a Sant’Oreste: l’obiettivo è quello di completare la linea. Nel frattempo sono in corso opere di ordinaria e straordinaria manutenzione e l’eliminazione dei passaggi a livello. Sempre sul tema dei trasporti non dimentichiamo inoltre i circa 60 milioni di euro per la piccola viabilità”.
Panunzi ha poi ricordato tutta la vicenda dell’arsenico “che non è stata una bella pagina per il Viterbese. Abbiamo ereditato la situazione, installando i dearsenificatori laddove ce n’era bisogno, ma sappiamo che non è soluzione definitiva. Gli impianti sono costati 48 milioni di euro, ne servono circa 6 ogni anno per la manutenzione e hanno una durata di 6 o 7 anni: siamo di fronte quindi ad un meccanismo da quale bisogna uscire. Come? Con la miscelazione delle acque: per la zona Nord della provincia si può fare senza particolari problemi, mentre per la zona Sud bisogna captare l’acqua dal Peschiera e lì difficoltà ci sono. Nel frattempo la Regione destina ogni anno diversi milioni di euro per non far gravare sulle tariffe i costi dei dearsenificatori”.
Infine le Terme. “Ci sono situazioni che si trascinano da molti anni, ci sarebbe da chiedersi perché non si è intervenuto finora. Già nel 2014 con la legge abbiamo assegnato le terme ex Inps alla Regione affinché si faccia un bando ad evidenza pubblica per la gestione, cancellando la previsione di una precedente disposizione regionale (commi 51 e 55 della legge numero 14 del 2008) che demandava la gestione ad una società mista tra Regione e Comune, società peraltro mai nata. Sarà d’aiuto a tale fine anche lo studio commissionato la scorsa primavera all’Università della Tuscia, sul quale abbiamo investito 40mila euro: si tratta di una nuova cartina di tornasole per le imminenti scelte future. Tale studio, peraltro, prevede che la struttura sarà alimentata in loco e non più attingendo alla sorgente delle Zitelle, distante circa un km e mezzo”.