di Stefano Stefanini
(NewTuscia) – Il libro “Filoteo Alberini, l’inventore del cinema” di Giovanna Lombardi, costituisce una biografia dettagliata di Alberini, ricca di foto e documenti.
Da più di un secolo quando si pensa alla nascita del cinema la mente corre subito ai fratelli Lumière, al loro cinématographe e alla proiezione de L’arriveé d’un train avvenuta il 28 dicembre 1895 a Parigi. Ma la storia non è così semplice. In contemporanea ai Lumière in Italia si stava muovendo Filoteo Alberini, un semplice impiegato al catasto di Firenze, che, già nell’autunno del 1894, aveva costruito il suo kinetografo.
Ma prima di brevettarlo in Italia, Alberini si era recato a Lione dai già famosi fotografi Lumière per mostrare loro la sua fantastica invenzione.
Alberini è stato il primo in Italia a costruire una macchina da presa, ha aperto la prima sala cinematografica e la prima casa di produzione (dalla quale poi si è sviluppata Cinecittà) con il socio Dante Santoni, anch’egli nato ad Orte, ha realizzato il primo “lungometraggio” con il quale comincia la storia del cinema italiano, ovvero “La presa di Roma” del 1905.
Filoteo Alberini, nato ad Orte il 14 marzo 1865 e morto a Roma il 12 aprile 1937, il pioniere geniale del cinema e dell’industria cinematografica italiana, a settanta anni dalla morte, era così ritornato da protagonista alla ribalta del cinema italiano ed internazionale.
Alberini, nato e formatori a Orte ha diffuso l’invenzione del cinematografo in Italia. La storia volle che il suo ‘kinetografo’ fosse progettato e pronto un anno prima dell’invenzione dei fratelli Lumiere, ma a causa di una lentezza burocratica il brevetto fu concesso solamente ad oltre un anno di distanza dalla richiesta, nello stesso anno e mese in cui i Lumiere proiettavano ‘L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat’.
Un’occasione mancata, dunque, per il popolo italiano di emergere ancora una volta come quella civiltà di inventori che annovera tra i suoi figli Meucci o Marconi. Da quel giorno la figura di Filoteo Alberini è stata messa in ombra. Una personalità come quella di Alberini non può rimanere imprigionata nel limbo della storia, ma deve riemergere con vigore, per ridare lustro e splendore a tutta l’Italia.
La nuova amministrazione comunale del sindaco Angelo Giuliani, pur nelle difficoltà comprensibili, potrebbe intraprendere una nuova edizione di “Alberini Film Festival”, con modalità e impegni economico-finanziari da attingere dai fondi regionali, proponendo un progetto in tal senso.
Esiste una collezione di cimeli e apparecchiature appartenuti a Filoteo Alberini, raccolti in un museo dal regista Joe Pantieri di Roma (consultabile in Internet), questa collezione potrebbe essere acquisita e custodita presso il ristrutturato cinema teatro o in altro luogo idoneo, come la casa natale dell’inventore ortano.
Dobbiamo riprendere questo viaggio sulle orme del Pioniere del Cinema italiano, secondo il
Per ridare lustro alla rassegna “Alberini Film Festival” e non vanificare l’impegno dei giovani organizzatori, proponiamo la costituzione di un Comitato promotore di una Fondazione aperta ad operatori privati, dedicata ad Alberini e Santoni, quest’ultimo ideatore di un quartiere “Città giardino” intorno alla sua villa costruita nel 1905 ed ancora oggi riconoscibile nel suo inconfondibile stile liberty ad Orte Stazione.