“Peppe Fioroni esci da questo corpo”. Rimarrà nella storia della politica viterbese questa frase del consigliere comunale Sergio Insogna, prima parte attiva della maggioranza Michelini, quindi cofirmatario della mozione di sfiducia bocciata ieri a Palazzo dei Priori.
Le oltre 4 ore di dibattito e l’esito finale scontato del voto hanno dimostrato una cosa su tutte: esiste una contrapposizione netta tra maggioranza e opposizione e nessun apparente dialogo, se non quello essenziale per mantenere il filo vitale dell’andamento amministrativo.
(E’ stato Sergio Insogna show, ieri, a Palazzo dei Priori. La mitica frase “Peppe Fioroni esci da questo corpo” e la controreplica del sindaco Michelini: “Lei è un giullare”, rimarranno negli annali della storia “politico-amministrativo-saggistica” di Palazzo dei Priori”)
Ebbene. A parte le tante goliardate che si sono viste e che hanno visto protagonista assoluto lo stesso Insogna, prima per la frase su Fioroni e quindi per il quasi scontro fisico con l’assessore Barelli, reo di essere presente in aula in un momento in cui dovevano esserci solo gli eletti, la summa del consiglio di ieri è che Michelini resta in sella.
La maggioranza ha votato compatta per il sindaco (18 voti contro gli 11 dell’opposizione, mancavano Galati e Moltoni tra i promotori della sfiducia) ma, dagli interventi dei due principali capigruppo che sostengono Michelini, Serra (PD) e Tofani (Oltre le Mura), si capisce come l’appoggio sarà condizionato a una ripresa netta dell’azione amministrativa su temi definiti. Primi fra tutti quelli sollevati dall’opposizione: RSA, quindi termalismo e strade urbane. Su questi temi si gioca il futuro della maggioranza Michelini che, ora, ha il sì quasi “forzato” di un centrosinistra che sa benissimo che, in caso di elezioni anticipate, molto probabilmente perderebbe.
Prescindendo da altri fattori goliardici come la storia di Augusta Boco (PD) che ha fatto sapere all’universo mondo come si sia conosciuta con Leonardo Michelini, ieri 4 ore e mezza di dibattito nella sala del consiglio non hanno fatto altro che cristallizzare le differenze già note tra maggioranza e opposizione.
A parte le alchimie cui ci ha abituati questa amministrazione per i vari presidenti del consiglio eletti, le vicende RSA, rifiuti e sulle criticità del lavoro locale, le prese di posizione dei singoli esponenti che prima erano parte integrante del “blocco-Michelini” possono essere dei segnali precisi. Moltoni e Insogna sono stati praticamente scaricati con il treno in corsa perché, forse, diventati un po’ scomodi e, soprattutto, non allineati. Nessuno dimentica i veri e propri muro contro muro tra PD e VivaViterbo prima e Oltre le Mura poi, risolti con un rimescolamento delle carte (non abbiamo detto gioco delle tre carte!).
Il buon Filippo Rossi, da circa un anno c’è ma non si vede o, se c’è, critica apertamente sui social molti elementi e modi di fare di questa maggioranza.
Le chiacchiere stanno a zero e i punti da mettere in luce sono solo due: a Michelini attualmente il centrosinistra non ha alternative, la città è allo sbaraglio. Questa dicotomia apparentemente inconciliabile ha solo un comun denominatore: il fare.
Per ora ci sono strade colabrodo, foglie per terra che bloccano la parte dei tombini non intasati dall’acqua che, quando piove, crea laghi sulle strade, centro storico di Viterbo sempre più spopolato e preda di incuria e inciviltà, zero programmazione per commercio, circolazione e eventi pubblici, cultura ridotta solo all’attesa di Caffeina 365 giorni all’anno…
Potremmo andare avanti: se la fiducia confermata a Michelini ha un senso allora il sindaco si metta il casco da operaio e inizi a quagliare, altrimenti faccia la cosa migliore…