Siamo allo psicodramma. La seduta di ieri che ha visto l’ennesimo tutti a casa a Palazzo dei Priori per la mancanza del numero legale è, a nostro avviso, il segnale che il malato è ormai incurabile.michelini_ok_201306111160142_4vbqpa32hbxi7ccqageodzd83

La minoranza complessivamente intesa, dal centrodestra alle liste civiche passando per grillini e Gal, ha emanato stamattina un comunicato al veleno in cui chiede, senza mezzi termini, lo strappo nel prossimo consiglio comunale straordinario che dovrà discutere e mettere al voto la mozione di sfiducia al sindaco.

(Insogna porta in trionfo la stessa persona di cui ora chiede la testa)

E’ stato attaccato, nel comunicato, Filippo Rossi, reo, secondo la minoranza, di non interessarsi ormai più alla macchina amministrativa. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a spettacoli grotteschi, in senso generale, tra aventini vari della minoranza in occasioni determinanti della gestione della cosa pubblica (in primis l’approvazione al fotofinish del bilancio) e discussioni che si sono tirate avanti solo per questioni “interne”. Vedi nomina dei vari presidenti del consiglio comunale, rapporto tumultuoso dentro la maggioranza, recuperi di commissioni andate più volte deserte.

Ebbene.

Stamattina era in programma in quarta commissione l’audizione dell’associazione Aforsat, che coinvolge i rappresentanti dei pazienti residenti nella RSA. La consigliera comunale di Forza Italia, Antonella Sberna, lamenta che “mentre si discute non c’è nessuno sul banco”. Prescindendo da qualsiasi polemica o vena accusatoria, essendo solo delle dichiarazioni “volanti”, quello che risulta strutturalmente , ormai, è l’inadeguatezza di una maggioranza che, con pochi atti e tante parole, ha sconquassato tanti equilibri prima esistenti.
Intanto arrivano le conferme: in quarta commissione comunale, stamattina, l’audizione di Anna Maria Calcagnini, in rappresentanza delle famiglie con degenti nelle RSA, ha visto l’assenza dell’assessore ai servizi sociali e di qualsiasi altro membro di giunta.

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     Una foto emblematica: ancora Segio Insogna poco dopo la vittoria di Michelini. Ora è firmatario
della mozione si sfiducia del sindaco che ha appoggiato appena due anni fa

Il tema delle RSA è lampante: una delibera che ha provocato l’interessamento anche della stampa nazionale, determinando, oltre allo sconforto di anziani malati e spesso appena autosufficienti, il caos per capire se i fondi della Regione che non sono ancora attivi, insieme al cambiamento dei parametri imposti dal Comune di Viterbo, rischiano di mettere sul lastrico tanta gente.

Non che si voglia dire che questa maggioranza ce l’abbia con le classi più deboli, ma la summa complessiva di un’azione amministrativa basata, questo sì, sulla frammentazione e le scelte dell’ultimo minuto, hanno creato ciò che ora è sotto gli occhi di tutti.marini_sberna_santucci_buzzi_ubertini2_201411291174018_hoiytdvm5hxmy1wcw2lpkb2nu

Il buon Giulio Marini non verrà ricordato come il sindaco che ha fatto per Viterbo miracoli, ma le liti continue che assistiamo ora non le ricordiamo in altre maggioranze.

(Una delle tante conferenze stampa e riunioni della minoranza per criticare la gestione Michelini di Palazzo deri Priori)

Aberrante, a nostro avviso, il modo con cui il sindaco pare stia tranquillo all’interno di un contesto politico che perde acqua un po’ ovunque. Opposizione che ha fatto quadrato riunendo anche i M5S e un personaggio di centrosinistra  come Sergio Insogna, in pratica ostracizzato da Michelini e i suoi. Un ex presidente del consiglio, Filippo Rossi, che pare cada dalle nuvole sulle scelte della sua maggioranza (anche se lui stesso si è posto in polemica varie volte col sindaco e con Marco Ciorba) come nella vicenda delle luci al led nel centro storico. Bilancio approvato solo per evitare il commissariamento.

Da tutto ciò deriva che Viterbo attende una risposta definitiva a una semplice domanda:  si dice, a volte,  che un esponente politico trae le conseguenze dal contesto e dall’insieme delle situazioni negative che lo circondano. In un sussulto di orgoglio perché Michelini non chiede una seria verifica di maggioranza o trae le dovute conseguenze?