Ho saputo con colpevole ritardo che il piccolo Edoardo Ribisi era proprio il figlio del nostro bravo e stimato webmaster, Lilo Ribisi.direttore_gaetano_alaimo2_201307111152708_zbwmrkcgcxpfnmgv93g6cvt0s

Il colpevole ritardo è stato proprio per il nostro modo di concepire il giornalismo: dare le informazioni essenziali senza sensazionalismi e, soprattutto, cercando di non ledere la sensibilità altrui.

Avevamo dato la notizia del ragazzo morto impiccandosi nella sua cameretta ma solo dopo giorni, proprio perché, per questa tipologia di notizie, ci limitiamo a dire il fatto tout court, ho saputo che era il figlio di Lillo e Erika, che hanno creato il sito di NewTuscia.it.

Dire che sono doppiamente sconvolto è limitante.

Prescindendo dalle polemiche esplose sul modo di gestire le notizie quando ci sono funerali per drammi immani come quello che ha colpito la famiglia Ribisi, posso solo aggiungere che il nostro giornale, come molti già sanno e vedono, non ha mai scritto e documentato la cronaca di esequie di chicchessia. Cosa si vuole fotografare e scrivere? Oggettivamente sono tutti uguali questi fatti: una bara, gente distrutta dal dolore, momenti drammatici. Ancora di più quando a morire è un bambino di 11 anni in condizioni assurde.

Oltre non andrò.

Mi stringo intorno alla famiglia del mio amico Lillo Ribisi e gli sono profondamente vicino.

Gaetano Alaimo e tutta la redazione di www.newtuscia.it