Il sovrappeso e l’obesità hanno ampia diffusione non solo nelle popolazioni dei paesi industrializzati, ma anche tra quelle con basso livello socio-economico-culturale; sono la conseguenza dello squilibrio protratto nel tempo del bilancio tra apporto e dispendio calorico. rubrica_occhio_al_cibo_di_alessia_fuschino2_201409151121144_1c3gid4hbexs2pp2nu7i0mbn4

Le cause determinanti sono molteplici: predisposizione genetica, fattori ambientali socio-economici, culturali, psicologici, comportamentali, metabolici, neuroendocrini.
Il grasso si accumula in zone diverse del corpo creando problemi di salute diversi in relazione alla zona:
“a mela” o “ centrale”, nelle parti alte del corpo (collo, spalle, porzione dell’addome sopra l’ombelico) è più frequente negli uomini, spesso si associa a diabete, ipertensione arteriosa, gotta, malattie cardiovascolari (infarto, ictus);
“a pera” o “periferico”, nelle parti basse del corpo (porzione dell’addome sotto l’ombelico, fianchi, cosce), situazione più frequente nelle donne, può indurre artrosi dell’anca o del ginocchio.

L’obesità centrale è più pericolosa per le malattie che ad essa si associano e le possibili complicanze.

Possibili complicanze per entrambi sono: calcolosi della colecisti, ernie, varici, difficoltà respiratoria, alcuni tipi di tumore.

La misura della circonferenza della vita all’altezza dell’ombelico se superiore a 88 cm nella donna e a 102 cm nell’uomo indica aumentato rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari e metaboliche.

Sedentarietà ed eccesso di alimenti ad elevata concentrazione calorica, ricchi di grassi e zuccheri semplici e poveri di fibra favoriscono l’insorgenza del sovrappeso e dell’obesità sin dall’infanzia; ciò oltre che favorire l’insorgenza di complicanze metaboliche, cardiovascolari, osteoarticolari psicologiche e sociali in giovane età, determina anche un aumento delle cellule del grasso e quindi, l’impossibilità ad essere normopeso in età adulta salvo aderire per tutta la vita a dieta ipocalorica. con vari problemi (psico-sociali, rischio di carenza di nutrienti, …).
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Il parametro più utilizzato per definire il grado di obesità è l’Indice di Massa Corporea (IMC) che si ricava dal rapporto tra il peso, espresso in chilogrammi (Kg), e statura, espressa in metri, al quadrato (m2).

La classificazione del WHO (1998) prevede le seguenti categorie in relazione all’IMC:

IMC
normopeso 18,5 ÷ 24,9
sovrappeso 25 ÷ 29,
obesità
I grado 30 – 34,9
II grado 35 – 39,9
III grado >40

Per quanto affidabile l’IMC è solo indicativo, infatti in persone con statura inferiore ai1,5 m o superiore ai 2 m i valori di IMC risultano rispettivamente più elevati o più bassi, ma i soggetti non sono in sovrappeso o sottopeso.
L’IMC non dà alcuna informazione sulla composizione corporea, pertanto, l’IMC può risultare elevato in soggetto magro molto muscoloso, né sulla disposizione del grasso. Per l’individuazione della composizione corporea soggettiva (massa magra-muscoli, massa grassa, e sul quantitativo di acqua intra ed extra cellulare) risulta necessario e fondamentale la tecnica dell’ ”impedenziometria” che, sfruttando la resistenza dei tessuti al passaggio di corrente elettrica, permette un’ analisi piu’ accurata e specifica della persona su cui poi impostare un piano alimentare ad hoc finalizzato ad un graduale dimagrimento.

Per accentuare il risultato e mantenerlo nel tempo è necessario adottare uno stile di vita sano ed equilibrato basato su scelte alimentari ponderate, rispettando la stagionalità degli alimenti e svolgendo una costante attività fisica.

 

Dott.ssa Alessia Fuschino

Biologa Nutrizionista

Dir. Settore Alimenti e Nutrizione presso CSEA – Viterbo

info@cseagroup.it

tel. 0761399033